Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Voci dal rione: «Qui siamo abbandonati»

Fonte: L'Unione Sarda
11 giugno 2012

SANT'ELIA. Polemica

«Prima di pensare ai fiori, il sindaco dovrebbe preoccuparsi di rendere la città più sicura». Gli animi di un gruppo di residenti di Palazzo Gariazzo sono infuocati. L'iniziativa dell'amministrazione comunale a Villanova ribattezzata «Mettete i fiori nei vostri balconi», innesca la miccia. E a gettare benzina ci pensano le proteste della Marina: «Si lamentano per la movida notturna e per i rifiuti lasciati per strada la domenica», dicono i residenti del Borgo. «Noi li riteniamo fortunati, da noi non vengono rimossi neanche durante la settimana»; e non è il risultato della movida. Bottiglie di birra, valve di arselle, cartoni di pizza e caschi per moto. È il quadro di quest'angolo della parte nuova di Sant'Elia. «Viviamo in un cassonetto a cielo aperto», lamentano da Palazzo Gariazzo. E non è l'unico problema: «I pilotis sono diventati piste per moto e ciclabili; gli ingressi parcheggi per scooter». Ma la lista è ancora lunga: «L'illuminazione è inesistente; l'odore di urina è orami parte integrante del posto, le autoradio a tutto volume pure». Il bunker dello spaccio è stato recentemente abbattuto, ma le cose non sembrano andare poi meglio: «Ogni giorno assistiamo a un continuo via vai di acquirenti e spacciatori che presiedono il posto 24 ore su 24». E quei fiori regalati ai residenti di Villanova proprio non gli vanno giù: «La primavera arriva ogni anno, per i fiori c'è tempo», polemizzano. E «anche le piste ciclabili possono aspettare». Si rivolgono all'assessore al Verde Pubblico Paolo Frau: «Per rendere la città più bella, vivibile e civile bisogna cominciare dalla sicurezza e dalla pulizia». E «non è vero che qui è tutto normale, è un ghetto nel ghetto», polemizza il gruppo di residenti. «Ci sono tanti minorenni - a volte anche molto piccoli - reclutati per i trasporti in cambio di 5 euro». E se VIllanova si veste di fiori, entrambi i lati di palazzo Gariazzo sprofondano nel degrado. Nove piani, altrettante scale e trentacinque famiglie; per loro niente fiori, ma immondezza e abbandono.
Sara Marci