Lo afferma una ricerca del Sole-24 Ore. Il Comune si difende: «Colpa del Governo»
Aumenti fino al 185 per cento rispetto all'Ici del 2011
Stangata Imu a Cagliari per centri commerciali, uffici, negozi e capannoni. Secondo una ricerca fatta dal Sole-24 Ore, infatti, il capoluogo della Sardegna è al secondo posto per i rincari dell'imposta, dietro solo a Milano.
GLI IMMOBILI Le rilevazioni sono state prese considerando le aliquote ipotizzate dai Comuni sui negozi di 80 metri quadri in centro, gli uffici di 250 mq sempre nella zona centrale della città, i capannoni da duemila e i centri commerciali da 5 mila metri quadrati in periferia.
I DATI I rincari più alti dell'Imu di negozi, uffici e capannoni si registrano a Milano (243 per cento) ma Cagliari si piazza subito dopo, visto che si trova al secondo posto in Italia con un aumento sino al 185,8%, percentuale che riguarda i negozi.
Rilevanti anche i dati sugli uffici (+182,7%) e sui capannoni e centri commerciali (+112%). Il Sole-24 Ore ha elaborato informazioni dell'Agenzia del Territorio e dei Comuni per avere un quadro dei carichi fiscali per gli immobili di impresa. In particolare è risultato che per Cagliari gli incrementi dei negozi passeranno da 598 euro (Ici 2011) a 1.710 (Imu 2012), dei centri commerciali da 9.616 a 20.387 euro e degli uffici da 1.049 a 2.966 euro. Per ciò che concerne i capannoni, invece, si va da 5.408 a 11.465 euro.
IL COMUNE Gabor Pinna, assessore comunale al Bilancio, spiega che quella di non applicare le aliquote base per l'Imu è una decisione presa per colpa della miopia del governo nazionale: «La scelta di applicare aliquote diverse da quelle base è diretta conseguenza di decisioni miopi prese a Roma contro la volontà dei Comuni - afferma l'esponente della Giunta cittadina - allo stato attuale, infatti, non è nelle possibilità del Comune applicare le aliquote base senza compromettere irreparabilmente servizi che consideriamo indispensabili per i cittadini. Servizi come gli asili, le scuole, i trasporti pubblici, i servizi sociali, il cui taglio comporterebbe un duro colpo per i conti dei cagliaritani».
MODIFICHE POSSIBILI Pinna, tuttavia, non esclude la possibilità di una rimodulazione delle aliquote in futuro.
«Solo quando sarà accertata l'effettiva entità del gettito sarà possibile valutare rimodulazioni alle aliquote Imu in vigore. In questa direzione - conclude - in base a un ordine del giorno approvato all'unanimità in Consiglio comunale, abbiamo già dato mandato ai dirigenti di continuare il lavoro di taglio di ogni spesa superflua iniziata un anno fa in modo da poter ridurre le aliquote stesse entro dicembre 2012».
Per quello che riguarda l'abitazione principale, al momento l'aliquota è stata alzata al 5 per mille, ma c'è un ordine del giorno che impegna la Giunta cittadina ad abbassarla. E a sentire le parole dell'assessore le intenzioni dell'esecutivo a tornare al 4 per mille ci sono tutte.
Piercarlo Cicero
Piovono critiche da Confartigianato: questi dati sono un altro segnale negativo
«Penalizzare i locali vuoti»
Per Confesercenti è necessario calmierare i prezzi degli affitti
Dati che preoccupano commercianti e artigiani quelli usciti fuori dal Sole-24 Ore. «A noi era stato promesso che sarebbe stato fatto un bel distinguo tra immobili sfitti e affittati, e sono certo che sarà così - afferma Roberto Bolognese, leader provinciale di Confesercenti - in modo che i locali liberi vengano occupati, la speculazione venga contrastata e i prezzi possano finalmente abbassare, visto che i prezzi degli immobili sono decisivi per far fallire i negozi. In 12 anni . prosegue - gli incassi si sono dimezzati e gli affitti quasi raddoppiati: è chiaro che questo incrocio porta al default».
Marco Sulis, presidente regionale, se la prende col Governo: «Si continua a perpetrare il saccheggio delle imprese - commenta parlando dell'Imu - Se la Corte dei Conti ha suggerito di rivedere la tassazione e se il governatore della Banca d'Italia è arrivato a dire che in Italia il carico di tasse e imposte è esagerato e iniquo, ritengo che non sia esagerato parlare di saccheggio, anche perché i consumi sono bloccati ormai da parecchi mesi».
Pierpaolo Spada (Confartigianato), è critico: «Non stiamo parlando di capitali grossi, ma è un ulteriore pessimo segnale della pubblica amministrazione, che sembra dire che chi fa impresa deve essere spremuto, soprattutto chi ha piccole aziende. Ormai - continua Spada - le piccole imprese chiedono credito non per investire, ma per tamponare i debiti con l'erario. Sappiamo che la politica nazionale negli ultimi mesi è di estremo rigore, ma c'è chi dice anche che la cura alla fine può uccidere il malato, quindi bisogna stare attenti. Con questi dati dell'Imu, chi tenta di resistere ha un'ulteriore mazzata, soprattutto dal punto psicologico». (p.c.c.)