PROGETTO S.ELIA
«Aiuto, non abbiamo campo», reclama Franco Cardia. Ma il presidente del Progetto Sant’Elia non sta cercando rete per una telefonata, bensì un impianto a norma dove poter disputare il prossimo campionato di serie D. «Il 12 giugno arriverà l’ispettore della Lega - dice Cardia - per esaminare lo stato del nostro campo e la sua conformità alle norme di sicurezza. Potrà verificare la funzionalità delle porte di accesso e dell’illuminazione, degli spogliatoi, del terreno di gioco e della recinzione ma non delle tribune. Perciò sappiamo già che non otterremo l’omologazione » . L’attuale tribuna contiene al massimo 300 spettatori. Il regolamento della Lega Nazionale Dilettanti prevede che “la capienza minima deve essere di almeno 1000 posti” e che “un distinto settore con capienza non inferiore al 10% di quella complessiva deve essere riservato ai sostenitori della società ospite”. Nell ’impianto di Via Schiavazzi quel settore è stato creato con il rifacimento della nuova recinzione a febbraio ma, solo per la gara dei playout del 20 maggio, sono state montate delle tribunette da una cinquantina di posti senza peraltro i servizi igienici. «Siamo stati ammessi con una deroga annuale - continua Cardia - che non verrà rinnovata. Il Comune non ha i soldi per realizzare una tribuna a norma e se venisse approvato il mio progetto (da 2000 posti tutti al coperto, ndr) non faremmo in tempo ad avere il campo omologato per l’inizio del campionato. Rischiamo di dover giocare a Villacidro le gare in casa ». L’alternativa? «C’è ed è il Sant’Elia - dice il presidente - Basterebbe l’agibi - lità di un solo settore, come la tribuna. Ma fintanto che la concessione ce l’ha Cellino non credo permetta l’utilizzo dello stadio ad altre società». F. S.