LO SCANDALO SULLA 554
Sgomberato e sotto sequestro: questo l’epilogo per il campo nomadi sulla 554, che entro il 2 luglio dovrà essere abbandonato dai oltre 150 residenti. La decisione è arrivata a oltre 15 anni dalla nascita dell’insediamento che avrebbe dovuto favorire l’integrazione della comunità rom: un percorso finito in un clamoroso fallimento condito da esposti, disagi dei quartieri confinati e tensione sociale. E più che un insediamento, quello alle porte di Cagliari sembra essersi trasformato in un’estesa discarica dalla quale spesso si alza un fumo nero e denso: una bomba ambientale esplosa tra le 27 famiglie che lì ci vivono. E anche per questo ieri, il sindaco Massimo Zedda ha firmato l’ordinanza con la quale viene revocata «ogni autorizzazione alla permanenza nel campo stesso» e si procede con «l'elaborazione di un piano di intervento che riguarda le operazioni di rimozione e avvio a smaltimento o recupero dei rifiuti presenti e l'eventuale successiva bonifica dell'area, incluso il sottosuolo ». Una decisione necessaria per «tutelare i beni fondamentali della salute e dell'ambiente», considerata la situazione del campo rom sulla 554 «assolutamente incompatibile con la presenza di esseri umani », e in particolare dei 93 tra bambini e donne in stato di gravidanza sulle 157 persone che vivono nell'area » . Il provvedimento del sindaco arriva a pochi giorni dal sequestro preventivo firmato dal gip Cristina Ornano su richiesta dei pm Marco Cocco e Guido Pani, che sui rifiuti del campo nomadi hanno aperto un’inchiesta. I sigilli sono scattati per motivi igienico sanitari e di ordine pubblico. Stando a quanto accertato dagli inquirenti tra le baracche venivano trattati scarti di ogni tipo che hanno creato una pericolosa discarica abusiva. Il sospetto è che attorno all’insediamento possa essersi creato un traffico clandestino alimentato da chi cerca di risparmiare sullo smaltimento di rifiuti speciali e visto con favore da chi è alla ricerca di una fonte di reddito. Di certo c’è che il campo si è riempito si cumuli di rifiuti che spesso vengono dati alle fiamme per smaltirli, ma anche e soprattutto per recuperare metalli da rivendere come l’ormai prezioso rame. Così le quasi 30 famiglie che vivono in quell’area si trovano in una condizione di assoluto degrado, avvolte da fumi velenosi, senza servizi igienici né acqua corrente. Una situazione che difficilmente ci si aspetterebbe di trovare in una struttura comunale. Quello che colpisce è che il campo della 554 non è un insediamento abusivo, ma è gestito dal Comune che ogni anno spende circa 600mila euro. Resta quindi da capire come mai si sia raggiunto un livello di tale abbandono nonostante il denaro investito. Ma per ora l’urgenza è quella di sistemare le famiglie che entro l’inizio del prossimo mese dovranno lasciare le baracche. Da tempo l’amministrazione sta studiando un piano per l’assegnazione di case in affitto ai rom, affiancati da programma di supporto e inclusione che dovrebbe portare a benefici sociali ed economici visto che con il progetto si dovrebbero ridurre le spese sostenute dal Comune. Intanto il tribunale ha nominato il sindaco custode giudiziale del campo. Recita l’ordinanza: «All'attività di pulizia e alla messa in sicurezza del sito corrisponderanno tutte le misure utili per far sì che l'area sia interdetta a qualunque ulteriore conferimento di rifiuti e ai conseguenti incendi di materiale che contribuiscono all'inquinamento atmosferico». Maddalena Brunetti IL
SINDACO NOMINATO CUSTODE GIUDIZIALE Il sindaco Massimo Zedda è custode guidiziale del campo Rom sulla 554: l’ordinan - za di sgombero, che prevede tempi più stretti di quanto si potesse immaginare, deve essere rispettata entro il 2 luglio. Il Comune ha meno di un mese per trovare una nuova collocazione agli oltre 150 residenti del campo, finito al centro di numerose polemiche soprattutto per i continui incendi. LE
POLITICHE SOCIALI E LA NUOVA COLLOCAZIONE Dovrà essere l’assessorato alle Politiche sociali, guidato da Susanna Orrù, a dover trovare una nuova collocazione, almeno temporanea, agli ospiti del campo. La Orrù aveva avviato un dialogo con la Regione per il recupero dell’area: in cassa c’erano oltre 500mila euro che sarebbero dovuti servire per la bonifica e il miglioramento della struttura, inadatta ad ospittare insediamenti umani.