Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Urbanistica, scontro sui Piani comunali

Fonte: L'Unione Sarda
14 ottobre 2008


Sottoposte alla verifica della Regione le scelte degli enti locali

Riprende questo pomeriggio in Consiglio regionale la discussione generale sulla legge urbanistica: forse giovedì le prime votazioni.
La prima conta in aula sulla legge urbanistica arriverà forse solo giovedì, dopo la discussione generale: il voto sul passaggio agli articoli (una formalità, di solito) potrebbe diventare un test per il centrosinistra, su un provvedimento che ancora non vede allineata tutta la coalizione. Il ruolo degli enti locali e i poteri della Regione nella pianificazione sono i veri nodi, attorno ai quali si concentrano le critiche dell'opposizione ma anche di alcune parti della maggioranza.
COSA DICE LA LEGGE Facendo tabula rasa delle precedenti normative, la proposta approvata in commissione Urbanistica (che oggi riprende l'iteri in Consiglio) mira a disciplinare il governo del territorio assicurando «lo sviluppo sostenibile di tutte le attività»: ma all'insegna del «minore consumo di territorio» e di «un uso egualitario delle risorse comuni».
Tra i princìpi cardine c'è la sussidiarietà: è il Comune (coi Puc e i piani attuativi) il titolare delle competenze pianificatorie non affidate ad altri livelli. Alla Provincia spettano «gli atti di coordinamento territoriale di livello intermedio». La Regione oltre al Documento di programmazione territoriale (una super-pianificazione generale, a cura del Consiglio) e al Piano paesaggistico (della Giunta), cura gli «atti di indirizzo» destinati agli altri livelli.
Il primo problema riguarda proprio il rapporto tra Regione e Piani urbanistici comunali. Questi ultimi, dopo l'adozione in Consiglio comunale, vengono girati alla Giunta per la «verifica di coerenza» con le norme generali. Da un lato c'è la novità del silenzio-assenso, che risponde al principio della semplificazione burocratica: se entro 45 giorni la Regione non batte un colpo, è come se avesse dato semaforo rosso. Ma dall'altro lato c'è chi si chiede quale peso avrà tale verifica, o le eventuali proposte di modifica che la Giunta può avanzare. Tra l'altro, il termine dei 45 giorni può anche essere sospeso dalla Giunta medesima (una sola volta, e al massimo per altri 45 giorni) per acquisire ulteriore documentazione.
POTERE DI STOP Fa discutere anche la possibilità, concessa alla Giunta per «comprovati motivi d'urgenza», di «inibire o sospendere» per tre mesi «trasformazioni di destinazioni d'uso e costruzioni su aree pubbliche o private, anche se consentite dagli strumenti urbanistici vigenti».
Tra le novità più rilevanti, la perequazione e la compensazione urbanistica. La prima serve per esempio a distribuire equamente il peso di espropri o simili interventi che limitano il diritto di diversi proprietari. La compensazione restituisce crediti di volumetrie a chi cede, alla parte pubblica, aree sottoposte a vincolo. Nella seconda parte della legge, si incentivano i sistemi che favoriscono il risparmio energetico, i materiali non inquinanti, le tecniche costruttive e i materiali tipici della tradizione locale. In favore dei portatori di handicap gravi sono previsti notevoli ampliamenti di volumetrie.
IL PARERE Alberto Boi, responsabile del Centro regionale servizi urbanistici, definisce «norme antiautonomia» quelle della nuova legge all'esame del Consiglio: perché ci sono «ben cinque articoli che demandano alla Regione il controllo nel merito, cioè sulle autonome decisioni delle amministrazioni locali». Non solo l'articolo 11 sull'approvazione dei Puc, ma anche quelli sulle approvazioni delle varianti, sulla delega all'approvazione paesaggistica, sui piani regolatori industriali.
Boi inoltre sottolinea - come già ha fatto Rifondazione - l'assenza di «qualsiasi norma che preveda divieti a costruire nei 300 metri dal mare e le relative sanzioni per gli abusi edilizi». (g. m.)

14/10/2008