L'INTERVISTA. Il preside di Ingegneria illustra i rischi legati all'amianto
Massacci: risposte rapide sull'Eternit al Poetto
Non esclude che il cemento-amianto presente al Poetto possa essersi sbriciolato e per questo auspica un intervento rapido sull'arenile. Giorgio Massacci, professore ordinario di Sicurezza del lavoro e Difesa ambientale e preside della facoltà di Ingegneria, è uno dei massimi esperti in materia presenti nell'Isola. Spiega cosa è la “caratterizzazione” dei suoli e perché è importante eseguirla al più presto. Ma mette anche in guardia sui modi dell'eventuale bonifica, che potrebbero mettere ancora più a rischio la salute dei cittadini. In primo luogo, di quelli che vivono fronte spiaggia.
Il Comune deve ancora decidere come intervenire.
«Il cemento-amianto, o Eternit, non è quello più pericoloso perché è compatto. Il problema c'è se è rotto in frammenti».
Al Poetto sembrerebbe così.
«Dai pezzi si possono staccare le fibre, che sono quelle dannose per la salute. È impossibile controllarle. Sono micrometriche (sono “grandi” pochi millesimi di millimetro) e hanno la proprietà che quando si rompono mantengono la forma di fibra, non diventano particelle, è questo che le rende pericolose».
Pensa che l'Eternit sulla spiaggia si sia ridotto in fibre?
«Non completamente. Se i frammenti di Eternit derivano dai casotti, è probabile. Sono passati tanti anni».
Si deve intervenire in tempi rapidi?
«I tempi devono essere rapidi. Bisogna prendere la decisione e agire».
Il Comune dovrebbe mettere l'area in sicurezza?
«Io prima cercherei di conoscere la situazione. La sicurezza assoluta non esiste mai. Il mio parere personale è che bisogna procedere quanto prima alla caratterizzazione, ovvero al campionamento della sabbia in estensione e in profondità. Se la sabbia è in fibre micrometriche bisogna trattarla ma io non mi aspetterei che sia andata molto in profondità».
I campionamenti sono stati fatti e inviati all'Arpas. Quanto tempo serve per le analisi?
«Per lo studio di caratterizzazione non serve molto tempo. Dipende da quanti campioni sono stati prelevati. In sostanza si tratta di analizzare la sabbia al microscopio e controllare se ci sono le fibre di amianto. Non ci vuole molto».
Se ci dovesse essere amianto in fibra, come avverrebbe l'eventuale bonifica?
«Su questo preferisco non esprimermi, perché non è il mio campo. Posso solo dire che se fosse disperso sarebbe molto complicato. Bisogna studiare il caso e contemperare i rischi».
A quali rischi fa riferimento?
«La movimentazione di per sé configura un rischio. Infatti, quando i materiali sono in buone condizioni è preferibile non rimuoverli ma incapsularli».
Ma al Poetto l'Eternit è in frantumi.
«È per questo che bisogna procedere al più presto».
In concreto, cosa rischiano i cittadini?
«Il veicolo con cui vengono trasportate le fibre d'amianto è l'aria, dunque i rischi sono dovuti all'inalazione. Essendo così piccole penetrano direttamente negli alveoli polmonari e non si riesce ad espellerli. L'amianto è causa di diverse forme tumorali come il mesotelioma o tumore al polmone. Com'è noto, hanno un tempo di latenza molto lungo e non c'è una soglia minima di rischio».
Cosa significa?
«Basta anche qualche fibra per contrarre la malattia».
Mario Gottardi