SABATO, 11 OTTOBRE 2008
Pagina 1 - Cagliari
IL COSTRUTTORE
Cualbu: «Ma non regaliamo, le condizioni non possono essere queste»
CAGLIARI. La lettera con la proposta di scambio è arrivata avantieri negli uffici di Coimpresa, la risposta indirizzata alla Regione è già partita. Ma il senso di questa nuova fase del confronto su Tuvixeddu è tutto in un’affermazione di Giuseppe Cualbu, amministratore dell’impresa immobiliare: «Ormai siamo obbligati a vendere».
- Perchè obbligati? Le sentenze vi hanno dato ragione...
«Perchè abbiamo una controparte forte, una controparte che ha un grande potere. Ma vendere non significa regalare».
- Allora spieghi, ingegnere. Il problema è soltanto la contropartita?
«Mi dispiace che questo aspetto non venga compreso... a Tuvixeddu ci sono vent’anni del nostro impegno, investimenti, costi, persone che lavorano. Abbiamo il diritto di andare avanti col nostro progetto, a confermarlo sono arrivate le decisioni dei giudici...».
- La fase dei giudici però sembra finalmente superata.
«Forse, ma va ricordato che fino ad oggi siamo andati in tribunale solo perchè la Regione ci ha attaccato con atti illegittimi. Abbiamo difeso il nostro lavoro, nient’altro. Ci hanno trascinato davanti ai giudici e molte persone, soprattutto politici, hanno approfittato di questa vicenda per farsi una grande pubblicità».
- L’offerta della Regione però ha l’aria di essere una sorta di resa.
«Riconosco che si tratta di un passo avanti, questo sì. C’è finalmente una lettera, uno scritto. E malgrado tutto noi siamo qui a valutare quest’offerta. Ma non può bastare».
- Qual è stata la vostra risposta?
«Abbiamo risposto che qualsiasi proposta deve partire dal riconoscimento del lavoro svolto fino ad oggi e dal riconoscimento dei diritti acquisiti e riconfermati dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Se la Regione ha realmente intenzione di portare avanti un’ipotesi di transazione deve muoversi all’interno di queste condizioni».
- Quindi il pacchetto ipotizzato da Soru non è sufficiente?
«Non è ancora una base giusta per aprire la discussione. C’è bisogno di uno sforzo ulteriore, che corrisponda al valore reale delle aree in gioco. Ma lo confermo: da parte nostra c’è la piena disponibilità ad ascoltare».
- C’è qualcosa di interessante nell’offerta della Regione? L’Enalc hotel si trova a due passi dal vostro T-Hotel, la caserma di Calamosca potrebbe diventare uno splendido resort sul mare, l’area di Su Siccu è indicata nel piano regolatore del porto come sede possibile di attività commerciali e turistiche...
«Per l’Enalc sono state fatte tre aste pubbliche, andate deserte. Sul resto stiamo valutando, è presto per esprimersi. Ma l’abbiamo detto e scritto: non basta».
- La via giudiziaria però è problematica anche per voi, Soru non sembra tipo da desistere. C’è già un nuovo ricorso in cottura, due nullaosta annullati con decreto dell’ex sovrintendente Martino, altre iniziative di contrasto al vostro progetto potrebbero arrivare ancora dagli uffici statali. Non si può costruire contro tutti...
- Noi andiamo avanti, non possiamo fare diversamente. Vorrei che si capisse bene la nostra posizione, è impossibile fermarci. Ci sono vent’anni di lavoro in quel progetto, come potremmo regalare il nostro lavoro? Come si può chiedere a un imprenditore privato di mollare tutto senza un’adeguata contropartita?
- Andrete avanti anche con la causa per il risarcimento?
«Il ricorso è in fase di predisposizione, ci rivolgeremo direttamente al Tar perchè i tempi rispetto al giudice civile sono molto più rapidi. Fino a questo momento ci sono danni valutabili nell’ordine delle decine di milioni di euro. Noi andiamo avanti per la nostra strada, è inevitabile. Ma ascoltiamo e aspettiamo proposte che tengano conto della realtà».
- Quindi se arriverà un’offerta accettabile?
«Disponibili a valutare. Altri impegni non possiamo prenderne». (m.l)