Poetto
L’amianto al Poetto c’è, lo hanno confermato i documenti del Comune: frammenti sono sparsi su 110mila metri quadri di arenile. Ancora non si sa se solo a pezzi o se c’è anche la polvere killer. I cagliaritani hanno paura? Non sembra: ieri, tra la Quarta fermata e l’ex ospedale Marino, zona interessata dalla presenza di eternit, c’era il pienone. Tra i bagnanti, più che la preoccupazione è stata la voglia di mare a farla da padrone. Discorso diverso per i proprietari dei chioschi, che temono un secondo stop in meno di dodici mesi. Insomma: da un lato la spensieratezza delle migliaia di frequentatori della spiaggia dei Centomila, dall’altra lo spettro di una chiusura improvvisa che provocherebbe effetti catastrofici nelle tasche, già svuotate causa costi di rimodulazione dei baretti, dei gestori. «Non ci sono parole, siamo sfiancati, non è naturale che l’amianto salti fuori dopo ventisei anni dall’ab - battimento dei casotti. È pazzesco», commenta Donatella Marongiu, del Twist alla quinta fermata, «siamo pieni di debiti, avendo riaperto da pochissimo tempo. Un altro fermo lavorativo sarebbe il colpo di grazia finale sulle nostre teste», spiega, «restiamo in attesa di conoscere il nostro nuovo destino ». Allarga le braccia, neanche troppo metaforicamente, Cenzo Franceschi, numero uno del Corto Maltese: «Se dovranno fare questi lavori urgenti, non posso certamente oppormi. Oramai abbiamo passato di tutto, da tanti, troppi anni», afferma, «il ripascimento, l’incuria della spiaggia, ora l’amianto. Che altro posso dire?”», conclude amaramente. Parole di condanna verso l’amministrazione pubblica, arrivano, invece, da Sergio Mascia, presidente della Poetto Service: «Paghiamo provvedimenti adottati con estrema leggerezza negli anni, i casotti andavano smontati, come prevedeva l’ordinanza della Capitaneria di porto, invece le ruspe li hanno schiacciati», spiega Mascia, «abbiamo costruito i baretti per rispettare la legge, ora questa sgradita sorpresa: è stranissimo che l’amianto venga ritrovato solo adesso». Oggi aprono altri due baretti: il Fico d’india all’ottava fermata e Il miraggio alla sesta, martedì sarà il turno dell’Aramacao, nona fermata. In caso di lavori di ripulitura dall’amian - to in tutto l’arenile, potrebbero avere i giorni lavorativi davvero contati: la spiaggia potrebbe essere chiusa per lotti per consetire la pulizia. E se il responso dell’Arpas parlasse di presenza di polveri la bonifica sarebbe ben più invasiva. E lunga. «La Asl poteva controllare la spiaggia dopo il ripascimento del 2002, perché non l’ha fatto? », si chiede Gianna Corda, bagnante della quinta fermata. Manuele Orgiana sorseggia una bibita vicino al rudere dell’ex Marino: «Non credo a questa storia dell’amianto, in questi anni dovrebbe essersene accorto qualcuno », dice. Quel che è certo, nell’affai - re-amianto al Poetto, è che di tutto si può parlare tranne che di uno scherzo. Domani pomeriggio ci sarà un incontro tra Comune, Asl, Arpas, Provincia e Regione per fare il punto della situazione. In quel momento mancheranno sette giorni e mezzo, salvo lungaggini, per avere sotto gli occhi i risultati definitivi dell’indagine dell’Arpas sulla presenza di amianto al Poetto.
Paolo Rapeanu
BUSSOLA ORDINANZA CONTRO I PERICOLI
Non ha avuto nemmeno il tempo di esultare per la fine della lunga odissea della Bussola. Clara Aiana, titolare della Duemila Servizi Srl, società che dopo anni di attesa ha finalmente ottenuto il via libera per il recupero del rudere vista mare, ha ricevuto un’intimazione dal Comune di Quartu: deve subito intervenire sulla struttura per eliminare i pericoli per la pubblica incolumità. L’ordine del municipio è stato firmato a fine maggio e ha immediata esecutività: la Aiana, non rispettando il dettato del sindaco Mauro Contini, corre il rischio di incorrere in pesanti sanzioni. La fretta del Comune è dovuta a una nota del ministero dei Beni Culturali, che segnalava la presenza dei pericoli. Via Eligio Porcu allora ha girato la patata bollente alla titolare della società che si deve occupare del restauro: la Aiana dovrà trasformare le vecchia Bussola in affittacamere di lusso. E se fino a due settimane fa poteva dire di non avere la disponibilità del bene, ora, con l’ok della Regione, potrebbe non avere più attenuanti.