Progetto Chernobyl
Vedi la foto
La prima ondata arriva oggi all'aeroporto di Elmas. Trenta adolescenti provenienti dalla Bielorussia saranno accolti da altrettante famiglie sarde che ormai da venti anni hanno aderito al progetto Chernobyl. Trascorreranno le vacanze estive nell'Isola fino a settembre prossimo, lontani dalle proprie famiglie naturali e da quel dramma che, nonostante siano trascorsi ormai 26 anni, riecheggia ancora nelle terre ucraine e bielorusse (pur trovandosi in Ucraina, Chernobyl si trova a 5 chilometri dal confine con la Bielorussia, e ha riversato qui i due terzi del materiale radioattivo fuoriuscito). «Stando lontani dalle zone contaminate - ha spiegato il coordinatore dei Progetti Chernobyl Carlo Altea - i ragazzini riescono a eliminare dal proprio organismo fra il 50 e il 70% degli isotopi radioattivi, specialmente il cesio 137».
Prossimo appuntamento con la solidarietà il primo luglio: un gruppo di ragazzini starà in Sardegna per due mesi, un altro gruppo per un solo mese. Qualcuno arriverà anche il primo agosto, per trenta giorni: in tutto verranno accolti, da oggi a settembre, circa 200 tra bambini e adolescenti, qualcuno dei quali ormai maggiorenne. «I ragazzi che arrivano oggi, per esempio, sono minorenni ma grandi - spiega Giuseppe Carboni, Console onorario della Repubblica di Belarus - adottati sicuramente diversi anni fa, e che spesso tornano anche a Natale».
Michela Seu