Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tocco: lo stadio deve restare a S.Elia

Fonte: L'Unione Sarda
28 maggio 2012

Per il consigliere Pdl l'area di San Paolo non è adatta per il nuovo impianto


Innesca una polemica politica la proposta del Comune al Cagliari Calcio per la realizzazione del nuovo stadio nell'area di San Paolo. «Continuo a non capire perché ci si ostini a trovare soluzioni alternative al sito esistente di Sant'Elia», afferma il consigliere comunale e regionale del Pdl, Edoardo Tocco.
L'OPPOSIZIONE «Se lo stadio è nato in quella zona un motivo ci sarà pur stato - continua Tocco - perché spendere ancora risorse quando esiste un'opportunità da sfruttare, al di là della temporanea scelta di Quartu». Il riferimento del consigliere del Pdl è alla proposta che il Comune ha formulato alla società nei giorni scorsi. Il Cagliari ha chiesto le carte, la proposta è sotto esame.
IL SANT'ELIA La società rossoblù nei mesi scorsi ha deciso di non disputare più le partite al Sant'Elia per le condizioni in cui versa lo stadio. Oggi, invece, c'è una parziale correzione, con la struttura che non appare «in stato di imminente collasso, a parte elementi parziali, ma appare arrivata a uno stato di degrado che impone decisioni importanti per interventi altrettanto importanti». Lo sostiene l'ingegnere (e consigliere d'amministrazione del Cagliari) Mario Marongiu, delegato assieme a un altro esponente del cda, Giovanni Domenico Pinna, a trattare con il Comune per la realizzazione della Karalis Arena a Sant'Elia.
L'OPZIONE SAN PAOLO Sant'Elia sì, Sant'Elia no. Il piano B, se il progetto (di comune accordo) fra Cagliari e Municipio non dovesse andare in porto, è pronto. L'imponente struttura potrebbe nascere nella zona di San Paolo: era stato lo stesso sindaco Massimo Zedda ad offrire l'area a Cellino, prima che tra il Comune e il Cagliari scoppiasse una guerra finita con il pignoramento dei diritti tv.
L'AVVERSIONE Ed è contro questa proposta che si scaglia Tocco. «Credo che alla fine il metodo migliore sia lo smontaggio a step , cioè a moduli sostituibili», spiega il consigliere, «è veloce, meno impegnativo e con la possibilità di lasciare il manto erboso e la struttura esistente». Inoltre evidenzia come «la zona di San Paolo non è adatta logisticamente perché ha lo stagno a due passi e la viabilità non ha le caratteristiche giuste, né per i parcheggi, né per la fruibilità dall'esterno». Per Tocco, inoltre, ci sarebbero «troppi oneri a carico della comunità».
Tocco ritiene demagogica la discussione: «Si cavalca il problema per populismo gratuito, è ora di smetterla e pensare alla realtà delle cose, non è periodo né per spendere né per fare voli pindarici. Lo stadio - conclude - è un diversivo per la domenica, non la quotidianità».

(m. g.)