Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Troppi illusionisti nel rione ferito

Fonte: L'Unione Sarda
28 maggio 2012

Dieci anni di prese in giro

Fabio Manca
«Un pezzo di passeggiata si vedrà già a luglio dell'anno prossimo». Era il 16 aprile del 2003 quando Emilio Floris annunciò, con enfasi, la svolta per Sant'Elia: quel Lungomare che avrebbe dovuto contribuire a restituire al quartiere che si affaccia sul Golfo almeno una parte delle sue immense potenzialità. Il progetto-cartolina da 26 milioni di euro, una di quelle cose importanti che caratterizzano una legislatura prevedeva una passeggiata dal capannone Nervi al Lazzaretto, un “Museo dei tesori del Mediterraneo” a forma di conchiglia, un anfiteatro da 10.500 posti attorniato da un terrapieno e con le gradinate color acquamarina, pontili sull'acqua destinati a piccole sfilate di moda e alla tintarella, oasi di palme, laghetti artificiali, giochi d'acqua, negozi specializzati e alcuni piccoli edifici destinati a bagni turchi e acqua terapia, bar e ristoranti, campi di calcio e un nuovo porto per la piccola pesca con 200 posti barca e 530 metri di banchine. A nove anni di distanza anche le opere che erano state finanziate sono ancora al palo. Compreso il porto che dopo aver vissuto mille vicissitudini (accanto passava un oleodotto) ora vedrà la luce, forse, ridimensionato.
Per non parlare dello stadio e dei palazzoni. Nell'era dell'amministrazione Soru arrivò a Cagliari un'archistar olandese. Si chiamava Rem Kolhaas ed elaborò un progetto di restyling che prevedeva, tra le numerose ipotesi, la costruzione di nuovi palazzi che si sarebbero dovuti estendere sino a via Rockefeller e avrebbero dovuto sostituire gli obbrobbri degli anni '70 ospitando i residenti del quartiere. Una delle mille opere annunciate in un quartiere dove politici di ogni colore, da decenni, si cimentano nell'arte dell'utopia. Illudendo, alla fine, solo sé stessi senza mai cambiare nulla.