Le strutture in pietra attorno alla necropoli verranno demolite integralmente Presto il nuovo progetto. Minoja: «Pronti a valutarlo, nessun danno alle tombe»
di Mauro Lissia
CAGLIARI I lavori sulle famigerate fioriere installate attorno alla necropoli di Tuvixeddu sono sospesi perché il sindaco Massimo Zedda è stato di parola: ha proposto alla Sovrintendenza archeologica di demolirle integralmente anzichè ridurne le dimensioni e l’ufficio del ministero ha dato la propria disponibilità a valutare un nuovo progetto esecutivo. I tecnici del Comune sono già al lavoro, presto Zedda sarà in grado di dire al sovrintendente archeologico Marco Minoja come intende intervenire per sgomberare l’area archeologica dalle muraglie progettate dall’amministrazione Floris e riportarla allo stato originario. Il via libera di Minoja è praticamente scontato: «Se il Comune vuole progettare qualcosa di più leggero e distante dall’area sepolcrale noi siamo pronti a esaminare le scelte – conferma il sovrintendente - il nostro unico interesse è che non vengano arrecati danni alle tombe». Tolte le orribili fioriere - i contrafforti sono stati già demoliti insieme alle strutture di sostegno al ponticello, realizzate in cemento - si potrebbe anche ripensare la collocazione dei riporti di terra vicino all’area della mezzaluna, che hanno stravolto lo stato naturale del sito: «Visto oggi, col verde dell’erba, quell’intervento è più accettabile - spiega Minoja - ma non è una nostra competenza, sarà il Comune a stabilire se apportare modifiche anche là». Comunque sia, il sindaco si prepara ad assestare un apprezzabile colpo di piccone a un sistema di gabbioni che nessuno ha capito a cosa servissero: «L’idea era di rendere il sito archeologico fruibile e di circoscriverlo - spiega ancora Minoja - e la Sovrintendenza a suo tempo è intervenuta per rendere l’intervento reversibile. Non dimentichiamoci che nel primo progetto quei gabbioni dovevano essere costruiti in cemento, invece sono stati realizzati in pietrisco contenuto in gabbie di metallo. Che non fossero pericolosi per l’area archeologica lo dimostra proprio questa fase di demolizione, condotta senza alcun danno per le tombe». Tombe però - come è emerso ancora l’altro ieri al processo in corso davanti al tribunale - in parte coperte proprio da quei gabbioni. Il Corpo Forestale ne ha contato ventisei: «E’ vero - avverte Minoja - alcune tombe sono state coperte ma è normale che sia avvenuto, il compito della Sovrintendenza è di proteggere e conservare i beni». Quindi l’area archeologica è stata adattata al progetto del Comune, anzichè il contrario: è una conferma autorevole che ancora mancava. Forse il progetto poteva essere diverso: «Sì - conferma Minoja - ma sarebbe stato necessario passare per una nuova procedura di approvazione. Io non ero sovrintendente in quell’epoca, credo che sia stata fatta una scelta dettata anche dal tempo a disposizione». L’importante però - insiste il dirigente dei Beni culturali - è che le scelte si siano confermate reversibili: «L’intervento per il parco può essere rivisto senza alcun pregiudizio per la tutela dell’area archeologica» ribadisce Minoja. Una revisione apparsa indispensabile anche al sindaco. Sarà un passo importante, cui seguirà - secondo quando Zedda ha annunciato - l’adeguamento del puc al piano paesaggistico regionale: a quel punto Tuvixeddu non sarà più area edificabile e in tempi ragionevoli diventerà il parco archeologico pubblico tanto atteso dalla città. ©RIPRODUZIONE RISERVATA