LA SPESA. Dai 60 box del 1998 agli attuali 26: i parcheggi non fanno il miracolo
Sant'Elia, il mercato tra promesse mancate e palati fini
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Sbuccia favette su uno sgabello all'angolo di un posteggio abbandonato. Ignazio Ortu, 76 anni, 50 vissuti in via Pola, prepara minestrone e legumi in sacchetto. Pensionato, dà una mano all'amico verduraio: «Così ci passo il tempo». È il suo modo per rendere meno amara la stagione del rimpianto a Sant'Elia, il mercato di sapori perduti e occasioni perse.
IL PIANO Quando venne aperto (dicembre 1998) contava sessanta banconi di vendita, un secondo piano interamente riservato ai pescatori della borgata. Doveva ospitare gli assegnatari dei box di via Pola e La Palma, sloggiati dai vecchi empori con la promessa di trovare un edificio moderno costruito alle spalle dei palazzoni di San Bartolomeo. I parcheggi a distesa li portava in dote lo stadio, un ufficio postale, una farmacia, uno sportello bancario erano stati annunciati come i servizi destinati a catturare nuova clientela, oltre quella delle vicinanze
I NUMERI Parole al vento, stando ai fatti. Oggi i banconi attivi sono meno della metà (ventisei), compresa la gastronomia ittica e il punto vendita dell'azienda agricola Spiga di Sestu. Ma gli spazi vuoti sono almeno cinque: chi ha lasciato per limiti d'età non ha trovato rimpiazzi. Il reparto della piccola pesca - fiore all'occhiello nei giorni dell'esordio - ospita le carte degli uffici della circoscrizione. È durato meno di un anno, chiuso nel 2000. Al pianterreno si sono un bar-tavola calda, due negozi ma di servizi «acchiappa-gente» neanche l'ombra. Una terrazza panoramica a livello di oltre 500 metri quadri sembra fatta apposta per ospitare mostre, concerti, gazebo, tavolini: tutto quanto farebbe spettacolo per attirare nuova clientela. Invece a parte qualche timido tentativo ogni tanto è un deposito di cassette vuote. Un'altra occasione buttata al vento.
LA PISTA «L'unica volta che ho visto il mercato pieno pieno è stato quando il Comune ha organizzato la Formula 2000 attorno allo stadio», ricorda Luigi Lampis, frutta e verdura. Esagera, il sabato e i giorni prefestivi portano puntualmente una grande folla. Ma sono clienti affezionati, vengono anche da Quartu, fanno la spesa dal macellaio o dal pescivendolo di fiducia. Cercano qualità, sanno di trovarla e danno ossigeno agli incassi: ma basta solo per tirare a campare, non sicuramente per il decollo sbandierato a ogni tornata elettorale. «Il nuovo assessore (Barbara Argiolas ndr ) si è fatta viva una volta sola: un pomeriggio del settembre scorso. Ci aveva promesso risposte entro trenta giorni: stiamo aspettando ancora», denuncia Marco Mantega (salumi e formaggi).
DELUSIONE Tra i banconi scoramento e merce fresca. «È vero, qui si trova il parcheggio facilmente, ma siamo isolati, fuori mano».
Sergio Puzzoni, 67 anni, è venditore di mitili da una vita: ha iniziato a 10 anni nel mercato del Largo col padre che gli ha insegnato i rudimenti del mestiere e la prima regola dell'onestà in commercio: «Non rubare nel peso: metterci sempre qualcosa in più, mai in meno». In fatto di cozze, arselle e baccalà (ha la licenza per pesci salati) è un'autorità riconosciuta dagli attestati alla sua famiglia negli anni Cinquanta e alla sua postazione a Sant'Elia tre anni fa. Campeggiano nel suo box assieme alle foto d'epoca del vecchio mercato e alle immaginette di Gesù e Padre Pio. Gli danno forza: il posteggio gli costa ogni mese 430 euro di canone, più tasse varie. «Solo con la pensione riesco a far quadrare i conti, altrimenti avrei già chiuso». Gli restano i clienti che si fidano di lui e l'amarezza per un mercato diverso da quello sognato.
Antonio Martis