Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il palazzo senza titolari

Fonte: L'Unione Sarda
8 maggio 2012

VIA SANT'EFISIO. È guerra di carte bollate tra inquilino e proprietari

Cadono calcinacci, nessuno può intervenire

Il pericolo più grande è scampato: nessuno alla sfilata di Sant'Efisio si è fatto male. Ma l'edificio (dal civico 42 al 52) a pochi metri dalla chiesa intitolata al Martire guerriero, è ancora pericolante. Il Comune chiede che i proprietari lo ristrutturino. I titolari vorrebbero effettuare i lavori di messa in sicurezza, «ma non siamo attualmente in condizioni di provvedervi», rispondono Monika, Alessandra, Hannelise e Marinella Mura, le prime tre sorelle, l'ultima la loro zia. «Il motivo è semplice (e per noi profondamente dannoso): attualmente qualcuno si è installato nello stabile, senza versarci alcun affitto, e non riusciamo ad allontanarlo». Per tornare in possesso dell'edificio hanno dovuto intentare cause civili e penali.
LA STORIA Quella del palazzo diroccato di via Sant'Efisio è una vicenda che risale alla fine degli anni Novanta. Allora i vigili del fuoco, durante un sopralluogo, constatarono che «dal lato di via Santa Restituta c'erano dei distacchi di intonaco e lesioni al cornicione, tanto da dichiarare che l'edificio non offriva adeguate garanzie di stabilità », spiegano i Mura. Nonostante la precarietà della struttura, negli anni successivi «si scopre che chi lo abita, Antonio Metere, ha costruito abusivamente una stanza sul tetto», sottolinea l'avvocato della famiglia, Marco Cogoni. Il manufatto successivamente è stato abbattuto, ma resta pendente il procedimento penale per abuso edilizio. Durante gli ultimi dieci anni ci sono stati lavori di messa in sicurezza, ma solo delle parti interne dei civici 46 e 48, «pagati dai Mura», sottolinea il legale.
LA REPLICA Antonio Metere continua a vivere nello stabile con la famiglia. Intervistato, in un primo momento ha spiegato che è stato lui a intentare la causa contro i Mura, per usucapione, salvo ritrattare qualche ora dopo, affermando che «gran parte di ciò che ho detto è interamente inventato».
LA SITUAZIONE ATTUALE Qualunque sia la versione dei fatti, il dato certo è che in via Sant'Efisio le facciate dell'edificio sono “spanciate” verso l'esterno e che dai cornicioni si staccano pezzi calcinacci. Il pericolo che qualcuno si faccia male è concreto, tanto che la Protezione civile comunale a fine aprile è stata costretta a transennare l'area.
«Siamo consapevoli che l'edificio ha bisogno interventi tempestivi», affermano i Mura, «ma fino a quando la causa non sarà conclusa non potremo effettuare i lavori». Dei due procedimenti civili, quello per la rivendicazione dell'immobile, che è il principale, si concluderà entro due anni. Ma sono previsioni positive.
Mario Gottardi