Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Gli anticasta a valanga i sì spazzano la politica

Fonte: Sardegna Quotidiano
8 maggio 2012

REFERENDUM

RISULTATI

Tutti e dieci i quesiti hanno il quorum e i sì toccano il 95% con la sola eccezione di quello che riguarda le Province storiche. Indicazioni nette per il taglio agli enti e alle poltrone

La Sardegna ha detto sì all’antipo - litica. Con la vittoria schiacciante di dieci sì su dieci quesiti, domenica un terzo dei sardi ha votato per la condanna a morte delle Province (vecchie e nuove), per la fine degli enti concepiti come carrozzoni politici e per il taglio drastico e senza appelli ai costi delle amministrazioni pubbliche. Fra i dieci referendum più temuti dalla classe politica isolana, ora costretta a riformare e riformarsi profondamente, gli elettori hanno votato anche a favore di un’Assemblea costituente del popolo sardo, eletta dai cittadini per riscrivere lo Statuto della Sardegna e rinvigorire l’autonomia dell’Iso - la. PROVINCE AFFOSSATE I risultati dello scrutinio eseguito ieri nelle 1826 sezioni elettorali dell’Isola hanno dato un verdetto senza appello contro quelli che sono additati da più parti come i costi e gli sprechi della politica. Le vittime più illustri del referendum regionale sardo sono le quattro nuove Province (Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Olbia Tempio e Ogliastra), per le quali i cittadini hanno chiesto l’abolizione: il 97 per cento degli elettori ha votato sì ai primi quattro quesiti abrogativi delle leggi con cui sono state istituiti i nuovi enti provinciali. In particolare, riguardo al referendum numero 1 il risultato è del 96,94 per cento di Sì e del 3,05 per cento di No. Per il referendum numero 2 il risultato è del 97,60 per cento di Sì e del 2,39 per cento di No. Per il referendum numero 3 si sono registrati il 97,71 per cento di Sì e il 2,28 per cento di No. Riguardo al referendum numero 4 il risultato è del 96,87 per cento di Sì e del 3,12 per cento di No. Diverso il discorso per il quesito numero 5, che in via consultiva ha chiesto ai sardi se fossero favorevoli all’abolizione delle quattro Province storiche di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano. Anche in questo caso la maggioranza degli elettori che si sono recati alle urne ha stroncato il futuro degli enti provinciali, ma con una percentuale più morbida: si è registrato il 65,98 per cento di Sì, il 34,01 per cento di No. Sul quarto quesito, quello che chiedeva espressamente l’abrogazione della legge regionale istitutiva delle quattro nuove Province, il voto è stato meno compatto, con una tenue resistenza proprio nei territori direttamente interessati. Nelle province di Carbonia-Iglesias, Ogliastra e Olbia- Tempio il voto è rimasto al di sotto del quorum: nel Sulcis il 31, 42 per cento (93,54% i Sì), in Ogliastra il 28,63 per cento (92,11% i Sì), e in Gallura il 26,85 per cento (91,02% i Sì). In controtendenza il Medio Campidano, che ha autoliquidato la propria amministrazione provinciale con la più alta percentuale di votanti sul quesito 4 (42,52 %) e con il 93,54 per cento di Sì. Il quinto quesito, consultivo, sull’abolizione delle Province storiche è quello sul cui c’è stata più battaglia di numeri. Anche in questo caso è stata registrata la stessa tendenza di affluenza dei precedenti quesiti, ma in questo caso i No sono stati molto più numerosi, con un picco del 40,75 per cento fra gli elettori della provincia di Oristano. A Cagliari hanno votato per il quesito il 38,11 per cento degli aventi diritto e i Sì sono stati il 71,03%. I QUESITI ANTICASTA Quattro dei dieci referendum miravano esplicitamente all’abbattimento dei privilegi politici ed economici degli amministratori pubblici. Il quesito numero 7 chiedeva l’elezione diretta del presidente della Regione con candidati scelti non dai partiti ma dagli elettori tramite le primarie: il risultato regionale è del 96,85 per cento di Sì e del 3,14 per cento di No. Il quesito numero 8 ha proposto ai sardi l’a b rogazione della la legge regionale che determina indennità e status dei consiglieri regionali. Anche in questo caso è stata registrata una valanga di Sì (97,17% ), tanto che il Consiglio regionale sarà costretto ad applicare una riforma urgente per rispettare il voto popolare, paventando il rischio che le indennità di assessori e consiglieri non possano essere più erogate. Con il quesito numero nove il 97,06 per cento dei votanti, e precisamente 503.879 sardi hanno votato per l’a b olizione dei consigli di amministrazione di tutti gli enti e le agenzie che fanno capo alla Regione. Un modo per cancellare le scialuppe di salvataggio per i cosiddetti trombati delle elezioni, spesso risarciti dai partiti con un posto da consigliere in uno dei tanti enti strumentali. Il quesito numero 10 era il più anticasta e ha chiesto agli elettori se volessero dimezzare il numero dei consiglieri regionali: il 98,27% ha detto Sì e il 1,72% ha votato No. Fuori dai ragionamenti antipolitica e anticasta il quesito numero 6, con cui i sardi hanno detto Sì (94,42%) alla riscrittura dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna da parte di un'assemblea costituente eletta a suffragio universale da tutti i cittadini.

Vincenzo Garofalo