Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Maratona, la città non sa cosa fare

Fonte: L'Unione Sarda
7 maggio 2012

Viabilità impazzita nella zona del Poetto: l'organizzazione fatica a proteggere i partecipanti
 

Le auto non rispettano i blocchi e rischiano di investire i corridori
Vedi tutte le 2 foto
Un maratoneta, alla terza ora e mezza di fatica e sudore, viaggia a passo lento in viale Poetto. Muscoli affaticati dopo trentacinque chilometri di corsa. All'incrocio con via Vergine di Lluc rischia di terminare la sua gara disteso sull'asfalto: le auto, ferme al semaforo, partono poco prima che l'uomo in pantaloncini attraversi la strada. Si salva. Questione di secondi e di centimetri. Alza la mano, mandando a quel paese auto, scooter e camion prima che uno stremato vigile urbano blocchi il traffico per far passare l'atleta.
CITTÀ CONTRO GLI ATLETI Poco prima di mezzogiorno la terza edizione della Maratona della solidarietà ha spaccato in due città e cagliaritani. Da una parte gli atleti. Poco più di settecento, iscritti alla 42 chilometri e alla mezza. Sognavano una mattinata di sport e natura. Hanno dovuto convivere con i gas dei tubi di scarico e il suono continuo dei clacson delle auto. Pochi spettatori, lungo il percorso, ad applaudire. Tanti, tantissimi insulti volati dai finestrini dei veicoli in coda. Dall'altra parte della trincea, gli automobilisti. Le file a ogni incrocio, strade chiuse al traffico o corsie riservate ai maratoneti sono cibo indigesto per chi vuole raggiungere il Poetto, dal centro città, in pochi minuti. Ma c'è anche chi ha motivi validi per protestare. «Devo andare al lavoro», urla un uomo alla guida di una Fiat Punto. La giornata scelta per la terza edizione della maratona non è stata felice. In contemporanea c'è Monumenti aperti e si vota per il referendum. Fortunatamente - si fa per dire - Cagliari-Juventus si gioca a un migliaio di chilometri di distanza e non allo stadio Sant'Elia. E il cielo nuvoloso tiene molti cagliaritani a casa.
L'ORGANIZZAZIONE In mezzo alla guerra “sportivi-automobilisti”, centinaia tra agenti della polizia municipale, volontari di svariate associazioni e uomini della protezione civile. Combattono perché la maratona non si trasformi in una serie di incontri di boxe. L'organizzazione ha sudato e faticato per garantire la sicurezza dei partecipanti. Non ha fatto i conti con l'assenza delle transenne. Così, in un primo momento, la Polizia municipale decide di chiudere al traffico viale Poetto. È l'inizio della rivolta degli automobilisti. Senza barriere, per separare la corsia riservata agli atleti con quelle per auto e moto, nessuno si prende la responsabilità di far viaggiare a distanza di neanche mezzo metro, corridori e veicoli. Ci vuole un po' per far tornare la calma. La soluzione è paradossale: vigili urbani, volontari e organizzatori si trasformano in “transenne umane”. Sono loro a separare, rischiando sulla loro pelle, maratoneti e auto.
I momenti di tensione sono parecchi. Prima delle 13 gli ultimi podisti lasciano il viale Poetto. Tutto lentamente torna alla normalità, ma è stata una domenica difficile in una città che non riesce a metabolizzare eventi di questo tipo. L'appuntamento per la nuova contesa è all'anno prossimo. A Cagliari la maratona corre a braccetto con le polemiche.
Matteo Vercelli