Migliaia di fedeli per il Martire guerriero: «Miracolo: ci liberi dalla crisi»
La processione di Nora e la messa dell'arcivescovo
NORA Non conosce la fatica il passo dei fedeli che sulla spiaggia seguono la processione di Sant'Efisio. La sabbia entra nelle scarpe, ma i piedi proseguono diritti sino alla chiesetta che si affaccia sul mare. Erano migliaia ieri sera i devoti al Martire guerriero che si sono dati appuntamento a Nora per partecipare al lungo corteo che dal piccolo tempio conduce sino agli scavi.
La giornata è cominciata molto presto per i fedeli di Pula. Come ormai da tradizione è stata celebrata la messa in dialetto friulano, officiata anche quest'anno da don Domenico Zanier, che ha preceduto quella presieduta dal nuovo arcivescovo Arrigo Miglio, alla sua prima visita a Nora. Per tutto il pomeriggio poi, centinaia di persone hanno reso omaggio al simulacro collocato nella chiesetta. Qualcuno recita il rosario in silenzio, altri accendono una candela per assicurare la salute dei propri cari. Gli scalini in pietra che conducono alla cripta sono consumati dal tempo e scivolare è un attimo. L'aria poi, è resa pesante dai ceri che divorano l'ossigeno di quell'ambiente angusto. Nonostante tutto, per scendere laggiù si fa la fila. «Entrare qui dentro regala sempre emozioni fortissime - racconta Anna Concas di Arbus - quest'anno accenderò una candela per la pace perché ce n'è davvero un gran bisogno». Salvatore Marongiu, giunto a Nora da Decimoputzu, invoca l'aiuto del santo per un motivo ben preciso: «Ho chiesto a Sant'Efisio di intercedere affinché la nostra Isola si lasci presto alle spalle la crisi - racconta - anche se temo che questo sia difficile da ottenere».
Chi in questi giorni strada ne ha percorsa parecchia per seguire il lungo cammino di Sant'Efisio, preferisce ingannare l'attesa della processione comodamente seduta, come Lucia Tosadori di Quartu. «Se in passato si è pregato questo santo affinché proteggesse i fedeli dalla peste e dalle bombe, oggi è il caso di chiedergli di liberarci dalle tasse - dice con una punta di ironia - senza lavoro per i giovani, e con le pensioni sempre più basse, ci serve un miracolo». Alle 18,30 finalmente, il simulacro abbandona la chiesetta e la processione verso gli scavi può cominciare. Il ritorno è sulla spiaggia, mentre il sole che ha baciato Nora tutto il giorno sta per tramontare. «Non trovo differenza tra i riti celebrati nel capoluogo e quelli di Pula - dice Carmen Demontis, cagliaritana - ogni gesto è mosso dalla fede». È già sera quando Sant'Efisio abbandona Nora accompagnato da una lunga fiaccolata, quella a Pula è la sua ultima notte lontano da Cagliari. Comincia l'attesa per l'edizione 2013.
Ivan Murgana