Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Festa di Sant’Efisio, il “matrimonio” storico col Comune

Fonte: La Nuova Sardegna
2 maggio 2012

La manifestazione unisce e armonizza il religioso col laico Il ruolo storico dell’arciconfraternita del Gonfalone

il percorso

Da via Azuni a Giorgino, sino a Nora




Sant’Efisio: alle 9,30 parte da Piazza Jenne la sfilata delle traccas, seguite dal corteo in costume. Alle 11 nella chiesetta di Sant’Efisio la messa dell’Alter Nos. A mezzogiorno, il cocchio del santo entra in via Azuni e inizia il viaggio verso Nora passando per Piazza Yenne, Corso Vittorio Emanuele, Via Sassari, Piazza del Carmine, Via Crispi, Via G.M. Angioy, Via Mameli, Largo Carlo Felice, Via Roma (lato Comune), Via Sassari (parte bassa) Viale La Playa, Villaggio Pescatori, Giorgino, Chiesa di Sant'Efisio a Giorgino (ore 15:00). (m.g.)
CAGLIARI Il ponte di fine aprile ha creato un lungo clima di festa intorno a Sant’Efisio. Praticamente dalla scorso venerdì nel quartiere di Stampace si respira aria di primo maggio. Fino alle giornate-clou di ieri e oggi. La partenza di questa mattina è l’evento più partecipato del pellegrinaggio di miglia di fedeli in costume che danno una dimensione regionale a un voto di esclusiva pertinenza cagliaritana. Ma la dimensione religiosa vera si è respirata soprattutto ieri: di mattina con l’imposizione degli ex voto e la cosiddetta intronizzazione del santo; nel tardo pomeriggio con il solenne pontificale celebrato dall’arcivescovo Arrigo Miglio. I confratelli alle dieci di ieri hanno ornato il simulacro con l’aureola d’oro, la palma del martirio e alcuni tra i più significativi ex voto conservati nel tesoro del santo, compresa il medaglione in oro e diamanti donata dalla regina Maria Teresa di Savoia. Al termine, il presidente dell’arciconfraternita del “Gonfalone”, Fabrizio Pau, e il terzo guardiano Simone Ammirevole hanno “intronizzato” il santo, sistemandolo all’interno del cocchio. Alle 12 il parroco di Sant’Anna, don Luciano Pani, ha celebrato la messa cantata. Nel pomeriggio, alle 19 primo incontro dell’arcivescovo Arrigo Miglio con Sant’Efsio. (m.g.)
di Mario Girau wCAGLIARI La festa di Sant’Efisio è una sorta di esame di stato annuale per Comune, Giunta e sindaco. La città mette in mostra i suoi gioielli - tradizione, cultura, monumenti - ma anche organizzazione, servizi, pulizia, efficienza, progettualità contingente e, in prospettiva, capacità attrattiva. «Si costruisce un mosaico - dice Mario Orrù, recordman degli Alter Nos, quattro volte tra il 1980 e il 1986 - dove ogni tessera deve trovare il proprio posto. L’appuntamento annuale Comune-Sant’Efisio interpella tutta l’amministrazione perché bisogna dare risposte sul piano religioso, della tradizione e della cultura, e armonizzare esigenze laiche e cristiane. Si scioglie un voto, sembra un evento solamente devozionale, ma è l’identità cagliaritana che si mette in vetrina». Trecentocinquantasei edizioni sono il segno di un’intrinseca e collaudata comunione tra la città e il suo santo, enormemente più famoso e venerato del patrono San Saturno o Saturnino. «Passano gli anni e i secoli - dice Mauro Dadea, autore con Mario Lastretti di una delle più documentate monografie sul martire di Nora - ma l’amore dei cagliaritani verso Sant’Efisio non conosce crisi e cali di tensione. Anche se ogni tanto qualcuno cerca di farne un uso di parte. Un rischio frequente quando si unisce il sacro al profano. Vedo molto impegno per riportare la processione alla centralità del voto religioso e ormai la tradizione si è stabilizzata e la festa ha raggiunto un equilibrio che mal sopporterebbe novità rivoluzionarie. Anche i gruppi folk tentano con crescente serietà di eliminare il subfolclore e di trovare i veri costumi». Monsignor Antonio Porcu, dal 1981 al 1984 è stato parroco a Sant’Anna, quindi responsabile pastorale anche dell’arciconfraternita del Gonfalone. «Festeggiamenti civili e religiosi - dice il sacerdote - possono andare d’accordo. Anche la festa si esprime nella vita e si santifica tutto. E’ fuori posto l’esagerazione. Per quanto riguarda devozione e pellegrinaggi bisogna chiarire che gli atteggiamenti esteriori non suppliscono al cambiamento di vita. Alla base di tutto resta l’esperienza religiosa». I fautori più legati alla tradizione della sagra di Sant’Efisio hanno chiesto da tempo che il santo patrono entri anche nelle scuole. Col passare del tempo, affermano, si perde il senso storico di questo evento e resta quello esteriore, certaemnte bello, ma insufficiente per capire che cosa sia la festa di Sant’Efisio. Oggi il grande giorno e si aspettano decine di migliaiai di persone.