SANT'ELIA. Il presidente di Area Sangiorgi: «Vigileremo che non ci siano nuovi abusi»
Il rione applaude all'abbattimento del fortino dei pusher
«Era ora». Dietro le tende delle finestre, nascosta nell'anonimato, la gente per bene, la grande maggioranza a Sant'Elia, osserva e applaude silenziosamente gli operai di Area alle prese con muri introvabili sulle mappe catastali, grate piazzate per nascondere angoli di spaccio e cantine diventate negli anni box per cani feroci.
«Li vede quei ragazzi seduti in sella allo scooter? Ora sono disoccupati. Lavoravano grazie alla robaccia venduta sotto i pilotis», sussurra un anziano mentre s'infila nel corridoio per rinchiudersi in casa.
IL QUARTIERE Nel quartiere si tira un sospiro di sollievo. E da martedì, giorno d'inizio dei lavori di abbattimento delle opere abusive sotto palazzo Gariazzo, si respira un'aria nuova. Da anni, troppi, la situazione era diventata insostenibile. Gli arresti effettuati dai carabinieri di San Bartolomeo e dagli agenti della Squadra mobile e Volante erano un deterrente. Ma nel labirinto in cemento, tra vie di fuga e filo spinato per azzoppare militari e poliziotti, la centrale dello spaccio aumentava il suo giro d'affari. Le famiglie di questo angolo periferico di Cagliari, la notte, erano ostaggio di un sistema difficile da smantellare senza buttare giù, nel vero senso della parola, i muri. Gruppi di ragazzi in scooter osservano il cantiere. L'attività di demolizione è già a buon punto. C'è da far sparire ancora qualche muro e le grate, con la giusta fessura per cedere le dosi e incassare i soldi, messi su negli anni. Ma all'ombra del palazzo Gariazzo in molti si domandano: «Quando saranno finiti i lavori, chi controllerà per evitare che in pochi mesi torni tutto come prima?».
IL PRESIDENTE DI AREA Giorgio Sangiorgi, presidente dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (Area), non nasconde le difficoltà. «Le forze dell'ordine, come hanno spiegato questore e prefetto, vigileranno con maggiore continuità. Inoltre la zona verrà illuminata. Ma per controllare nuovi abusi contiamo anche sulla collaborazione dei cittadini. L'impatto di questi lavori per ora è stato molto positivo». Le strutture in fase di demolizione, fa sapere Sangiorgi, sono 11, circa 140 metri quadri di manufatti in muratura, oltre a inferriate, cancelli e prefabbricati in calcestruzzo. Il costo dell'intervento è di circa 60mila euro. «I lavori», spiega, «andranno avanti per tre settimane». Palazzo Gariazzo, dal nome dell'impresa che lo costruì nella seconda metà degli anni '80, fa parte del complesso Le Lame. Nelle cinque scale di via Magellano ci sono 140 abitazioni dove vivono 500 persone. «La quasi totalità è gente per bene», tiene a precisare il presidente di Area. Anche nel 2008 l'azienda aveva gestito un intervento analogo, ma non su decreto della magistratura, nel complesso Del Favero: con un finanziamento di 710mila euro dell'assessorato regionale ai Lavori Pubblici, erano state eliminate numerose opere abusive e pericolanti.
I PROGETTI Il terreno dove sorge il Gariazzo, ma anche gli altri enormi palazzoni, dal 2008 è di proprietà del Comune. Non è stato ancora effettuato il passaggio ad Area. «Per il futuro», anticipa Sangiorgi, «servirà un dialogo continuo con l'amministrazione comunale, non solo su palazzo Gariazzo ma su l'intero rione. Gli abusi sono molti, alcuni anche sanabili». E ricorda: «Per il quartiere abbiamo a disposizione 37 milioni di euro stanziati dalla Regione. Entro marzo dell'anno prossimo dovrebbe essere pronto il progetto esecutivo».
Matteo Vercelli