Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Città a misura di turista, solo sul web

Fonte: L'Unione Sarda
30 aprile 2012

Le disavventure dei visitatori che sui siti hanno visto una Cagliari in realtà molto diversa


Specchietti per le allodole. A questo si riduce la promozione turistica in città: un semplice concerto in piazza spacciato sul web come grande evento; partite di calcio trasferite - a Trieste - senza che all'estero si sappia niente (anche perché i siti sono solo in italiano); una luogo di vacanze dove quasi tutti i negozi del centro, la domenica, sono chiusi. L'immagine che i visitatori danno del capoluogo è impietosa. Sono loro stessi a spiegare il perché.
NEGOZI CHIUSI Italiani, stranieri e anche viaggiatori in arrivo da altre zone dell'Isola, ieri affrontavano salite e discese di via Manno e via Garibaldi ammirando le vetrine. Solo quelle, perché, se si escludono bar, edicole e tabaccherie la maggior parte delle serrande erano sbarrate. In via Manno c'erano nove negozi aperti. Ancora peggio in via Garibaldi: solo quattro saracinesche sollevate. «Ci ha sorpreso», spiega la madrilena Felicidad Farag. Con la sua famiglia è in città per il festival dell'arpa in programma all'hotel Regina Margherita. «Nelle altre città spagnole i negozi del centro di domenica sono tutti aperti. È importante, il turista spende sempre qualcosa».
Non è un caso, quindi, che la maggior parte delle persone passeggiassero dov'era tutto aperto: nel largo Carlo Felice e, complice il riparo dalla pioggia offerto dai portici, in via Roma. Sono queste due strade che ieri mattina pullulavano di francesi e tedeschi, presi d'assalto da venditori ambulanti di ombrelli pieghevoli e chincaglierie varie.
NIENTE PARTITA Seduto in un tavolino c'è anche David Warren, che assieme ad altri cinque amici è sbarcato con un volo da Londra. «Volevamo assistere alla partita del Cagliari», racconta, «ma quando siamo arrivati abbiamo scoperto che non giocava più al Sant'Elia». Per il match contro il Chievo, Warren e i suoi amici avevano prenotato i biglietti sei mesi fa. Solo quelli aerei, per fortuna: «Per quelli della partita non abbiamo potuto. Tra l'altro il sito della squadra è solo in italiano. È assurdo, quando siamo andati a vedere il Barcellona avevamo già i tagliandi per il Camp Nou».
PUBBLICITÀ INGANNEVOLE Non è l'unico brutto scherzo che le pagine web sulla città hanno giocato alla comitiva britannica. «Siamo venuti anche perché abbiamo visto tanta pubblicità per Sa die de sa Sardigna . Sembrava una festa grande». Sembrava. Perché la realtà è stata un'altra. «Solo un po' di musica in piazza del Carmine». Per Warren e i suoi amici, inoltre, si dovrebbero dare più notizie a chi arriva in aeroporto. «Non ci sono punti d'informazione adeguati, neanche in centro. L'unica cartina l'abbiamo trovata in albergo. Peccato, perché Cagliari merita».
GLI ALTRI Lo pensa anche la spagnola Farag. Suo marito apprezza il centro storico ma ha notato che la Marina está un poco sucia , è sporca. A prima vista, la città piace anche alla francese Julie e alle sue amiche, arrivate ieri per assistere alla festa di Sant'Efisio. «Rimaniamo tre giorni, fino a mercoledì. Cosa ci piace? Il cibo locale, i ristoranti, lo shopping». Le quattro ragazze fanno colazione in un bar in via Roma. Non sanno ancora che qualche centinaio di metri più su, troveranno le serrande abbassate.
Mario Gottardi