E nella stessa strada un palazzo minaccia di crollare nell'indifferenza generale
Il campetto di via Fara è una discarica a cielo aperto
Il campetto di via Fara? Uno spazio abbandonato a se stesso. Gli unici a svolgervi una qualche attività sono gli arcieri, il sabato pomeriggio. Negli altri giorni lo sterrato è inaccessibile. Il cancello è chiuso e nessuno può entrare. Nella parte alta, verso vico III Sant'Efisio, l'erba cresce ad altezza d'uomo ed è pieno di rifiuti gettati dall'alto dagli incivili: cicche, cartacce, bottiglie e lattine. Ci sono anche materiali ingombranti, come un vecchio materasso smollato. Le lamentele fioccano, ma nessuno provvede a ristabilire il decoro.
«La nostra concessione», chiarisce Franco Fanais, presidente della compagnia di balestrieri “Castel di Castro”, «è limitata al campo di tiro che periodicamente provvediamo a ripulire tagliando l'erba. Il degrado si trova nella parte alta, che non è di nostra competenza dato che appartiene a una decina di privati». Nel rione ci si lamenta anche per alcuni edifici in precarie condizioni. Uno in particolare, in via Fara, minaccia di crollare. «È una vergogna», tuona Cicci Marcialis, stampacino doc, «quello stabile è così da almeno vent'anni. I vicini attendono (invano) una bonifica e soprattutto un intervento urgente di messa in sicurezza. La facciata è infatti a pezzi ed è sorretta da una putrella». Se cede quella viene giù tutto.
«Si parla spesso del restauro dei palazzi di proprietà dei privati», incalza, «in questo caso l'edificio fatiscente apparterrebbe al Comune, che dovrebbe dare il buon esempio». Il tetto è crollato. All'interno la vegetazione cresce spontanea. «Ogni tanto i vicini tagliano le piante a spese loro», conclude Marcialis, «perché temono che i rami possano premere sulla facciata e farla crollare». (p.l.)