ASPETTANDO SANT'EFISIO. Avvocato, classe 1977, consigliere comunale del Pd
Francesco Ballero: «Con il Martire sin dall'infanzia»
Occhi chiari, parole chiare. «Durante la campagna elettorale Massimo Fantola incontrò Massimo Zedda e sorridendo gli disse: Se vinco il mio Alter Nos sarà Francesco Ballero, anche se è dei tuoi . Se vinco , gli rispose Zedda, sarà il mio ». Alla fine su una cosa erano d'accordo i due candidati alla carica di sindaco. Zedda vinse e la promessa la scorsa settimana è stata mantenuta. Per l'edizione numero 356 della Sagra di Sant'Efisio il rappresentante della municipalità, in frac (che gli sta confezionando la storica Sartoria Zedda di Stampace) e a cavallo, sarà lui, Francesco Ballero, 35 anni, avvocato, sposato, stampacino, consigliere comunale del Pd.
LA NOMINA Scelta scontata, dicono i più. Mica tanto, affermano altri, che nelle settimane precedenti hanno parteggiato (o osteggiato in segreto, fortificandola in pubblico, come si fa quando si vuole bruciare una candidatura) per l'ipotesi accarezzata dal sindaco che sarebbe stata una donna a ricoprire quel ruolo. Col senno di poi, forse, si trattava più di una linea di apertura per il futuro che una decisione per il presente. Del resto l'Arciconfraternita del Gonfalone (sentinella della tradizione) ha mosso i primi passi in questo senso facendo entrare una ragazza nella Banca (il consiglio d'amministrazione) per la prima volta nella storia. Tempi maturi, dunque, per un Alter Nos al femminile? «Questione delicatissima e in salita», dice Francesco Ballero sorridendo, conscio delle insidie dietro una risposta netta, «ora fatemi godere della mia investizione e concentrare su tutti gli obblighi che questa comporta».
IL CONTE E DONNA BALLERO E sin qui il toto nomina. Il presente è che oltre all'Arciconfraternita anche gli amici di Sant'Efisio (fedeli, appassionati della Sagra, pellegrini assidui, i laici “Santefisisti” attratti dall'aspetto popolare del rito oltre che dallo scioglimento del voto) tifavano per Ballero spinti da una ragione che al nuovo Alter Nos è chiarissima: «Nel 1816 ci fu un passeggio di testimone: il conte Ciarella sposato con donna Ballero, morendo e non lasciando eredi, dispose ufficialmente nel suo testamento che fosse la nostra famiglia ad assolvere all'obbligo di ospitare nella villa di Giorgino il Santo il primo e il 4 di maggio, ristorare i pellegrini, custodire il cocchio di città, dare protezione militare». Così è stato per 196 anni e così sarà. Francesco (da oltre 15 anni), con il fratello gemello Simone, il primo maggio all'arrivo alla villa prende il simulacro, lo porta nella chiesetta, lo cambia d'abito e lo sposta sul cocchio di campagna mentre la sorella e una zia levano e custodiscono gli ori e i gioielli con movimenti precisi quasi rituali. Operazione che verrà ripetuta al contrario la sera del 4 maggio.
LA TRADIZIONE È facile dunque capire perché tanto tifo per un giovane che rappresenta in sé il perpetuarsi della tradizione. Francesco è cresciuto a pane e Sant'Efisio. Non è un caso che del passato ricorda «i colori, gli odori, i sapori, anche quelli del pranzo al sacco con la cotoletta alla milanese involta nella busta del pane e le uova sode mangiate per strada». Il rito è stato per lui infanzia e adolescenza: «Io non ho mai visto il Martire in città, l'ho sempre dovuto aspettare a Giorgino». Ma soprattutto è contatto con la sofferenza dell'uomo: «Ogni anno la Sagra sembra uguale ma in realtà regala sempre emozioni diverse, sono le persone che incontri sul percorso che lo rendono differente per ciascuno di noi». E la partecipazione emotiva con l'età adulta si è fatta coscienza: «Farsi carico del dolore di chi ti chiede di mettere ai piedi di Efisio una catenina, ex voto, una fiore, una preghiera scritta in una lettera per una figlia handicappata, un parente malato, un figlio tossicodipendente».
IL NUOVO INCARICO Ora l'avvocato Francesco Ballero è Alter Nos e il suo tragitto, a cavallo, partirà da piazzetta Sant'Efisio a Stampace. Percorrerà tutta la città. «Chiederò al Santo serenità e lavoro, soprattutto lavoro per la città e per la Sardegna tutta». E il suo posto a Giorgino chi lo prenderà? «Potrei anche non lasciarlo».
Francesco Abate