Ieri vertici continui in Prefettura per evitare il pericolo di scontri tra fazioni
Antifascisti e ultrà di destra, confronto e tensione
Città blindata oggi per la festa della Liberazione. Tra le forze dell'ordine cresce infatti il timore di scontri di piazza tra antifascisti e nostalgici del ventennio. Una tensione palpabile, come se improvvisamente si fosse tornati indietro di 30 anni, al clima plumbeo degli anni di piombo. Il corteo organizzato per ricordare la cacciata dei tedeschi dall'Italia potrebbe infatti entrare in contatto i gruppi dell'ultra destra, che nel pomeriggio hanno organizzato una contro-manifestazione in memoria dei caduti della Repubblica di Salò davanti al parco della Rimembranza. E come se non bastasse in piazza, insieme agli antifascisti, scenderà anche il popolo della partite Iva e degli anti Equitalia.
VERTICI IN PREFETTURA Una miscela potenzialmente esplosiva che si proverà a disinnescare creando dei cordoni di sicurezza che impediscano alle opposte fazioni di entrare in contatto. Ieri, per tutta la giornata, si sono succeduti dei vertici operativi coordinati dal prefetto Giovanni Balsamo a cui hanno partecipato i massimi responsabili di polizia e carabinieri. Il dispositivo messo in campo per garantire l'ordine pubblico si annuncia imponente, soprattutto a partire dal pomeriggio, quando davanti al monumento ai Caduti di via Sonnino ci potrebbe essere l'incrocio tra le opposte fazioni.
IL CORTEO ANTIFASCISTA Stando a quanto comunicato alla Questura il corteo antifascista partirà alle 9 da piazza Garibaldi. L'invito lanciato ai partecipanti anche attraverso i social network è quello di portare con sé foto di partigiani da tenere bene in vista. La marcia per le strade della città passerà per via Sonnino e proseguirà in direzione di piazza del Carmine. Davanti alle Poste sono previsti gli interventi dal palco, mentre nel pomeriggio ci sarà la seconda parte della manifestazione con musica dal vivo a partire dalle 17, sempre in piazza del Carmine.
IL RISCHIO CONTATTO Il problema però è che il Coordinamento antifascista, con l'appoggio di Rifondazione comunista, ha invitato i manifestanti ad occupare piazza Gramsci già dal mattino per un presidio-festa con banchetti e musica. E proprio a pochi metri da lì, a partire dalle 16,30, davanti al parco delle Rimembranze, è in programma il sit-in (il corteo non è stato autorizzato) in memoria dei caduti della Ris. «La partecipazione è libera - si legge negli inviti su Facebook lanciati dai gruppi di destra - partecipiamo senza cedere ad alcuna provocazione. Diamo una lezione di civiltà a chi vorrebbe impedirci di esercitare questo nostro diritto». La loro iniziativa ha avuto il via libera della Prefettura ma ha subito scatenato roventi polemiche.
IL SINDACO Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Massimo Zedda che, interpellato dal coordinamento antifascista, ha definito «inopportuno» il sit-in in memoria dei caduti di Salò «in quanto potrebbe suonare come una provocazione nei confronti di chi il 25 aprile vuole ricordare la liberazione dai nazifascisti». Appelli perché la contro manifestazione venisse annullata erano stati lanciati anche dall'Associazione nazionale Partigiani, da diversi consiglieri comunali e da un gruppo di parlamentari sardi che hanno persino presentato un'interpellanza al ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri
GLI ANTI EQUITALIA A rendere la situazione ancora più incandescente è arrivata poi la notizia che a celebrare il 25 aprile ci sarà anche una delegazione del presidio di Piazzale Trento, il movimento che da mesi protesta con occupazioni, sit-in e blitz contro le cartelle Equitalia, le banche e gli sfratti esecutivi. «Marceremo al fianco gli antifascisti per chiedere la liberazione delle aziende e delle famiglie indebitate», hanno fatto sapere i leader. Domani inoltre presidio Piazzale Trento, Artigiani e commercianti liberi, Sardi liberi, Comitato Equitasse saranno di nuovo davanti al Tribunale di piazza Repubblica per dire no ad aste, pignoramenti e azioni forzose. «Ci avevano detto che le aste erano sospese e invece non è così - denunciano - Le esecuzioni forzate a danno di chi a vario titolo si è indebitato a causa della crisi continuano».