ASPETTANDO SANT'EFISIO. Ieri la giornata che ha dato il via ai riti della Sagra 356
Consegna della bandiera, il Terzo Guardiano in sella
O Glorioso Martire Sant'Efisio, che hai meritato di venir proclamato dalla voce dei secoli e delle generazioni, dalla voce stessa dei Romani Pontefici nostro speciale protettore, ci rivolgiamo a Te come nostro avvocato e potente intercessore. Sale al cielo la preghiera dei confratelli, in fila per due, alle 18 in punto, al centro della chiesa di Stampace. E la folla li sostiene rendendo l'orazione più corposa. Prologo della nomina ufficiale del Terzo Guardiano dell'edizione 356 della Sagra.
IN CHIESA Intorno ai guardiani della fede, obbligati per bolla a far sì che il voto venga perpetuato nei secoli, si assiepano consorelle, fedeli, stampacini, cuccurus cottus, turisti, curiosi. Solo gli ultimi di questo elenco non sanno l'importanza dei gesti che seguiranno alla fine dell'orazione ( Cagliari si gloria di essere tua... ) quando la fila dei confratelli, in abito scuro e fascia ai fianchi, si presta per un front a destr e rivolge lo sguardo non più verso l'altare centrale ma in una cappella dove sotto la statua di Sant'Efisio attende Simone Ammirevole, confratello dal 1991, fra pochi secondi ufficialmente Terzo Guardiano.
IL RITO Ha tutti gli sguardi su di lui. Quelli di un altro giovane a cui spetterà rappresentare la municipalità nelle uscite pubbliche del primo e quattro maggio, Francesco Ballero Alter Nos fresco di nomina. Quelli di un ex come Lino Bistrussu e del vice sindaco Paola Piras, nobile nel portamento, con occhi arrossati e commossi. Perché è l'emozione che rendo tutto, anche nell'ufficialità del rito, più umano, semplice, quasi familiare. Con la buona complicità della presenza di persone che realmente vantano fra loro legami di sangue e comune devozione per Efisio, come lo chiamano fraternamente qui a Stampace.
IL CAMBIO Poi il Primo Guardiano, Fabrizio Pau, che stringe fra le mani la bandiera dell'Arciconfraternita del Gonfalone, guarda Simone dritto nelle pupille (sono buoni amici, e chissà cosa si stanno dicendo con pochi sguardi) e pronuncia le parole di prassi. «Io Fabrizio Pau, Primo Guardiano, ti cedo...». E scandisce gli obblighi: far bene come i suoi predecessori se è possibile pure meglio. Anche perché lo scorso anno, come è tradizione ogni grande famiglia ha le sue ruggini, non ci fu un Terzo che si caricò sulle sue spalle tutta la responsabilità del rito.
LA PROMESSA Simone Ammirevole è un ragazzo semplice, si innamorò con la moglie Consuelo del Martire una dozzina di anni fa dopo un pellegrinaggio per caso, lavora in un supermercato, ha due figli, ma nel momento in cui accetta quella bandiera e la stringe fra le mani diventa Terzo Guardiano a lui l'obbligo e l'onore di sciogliere il voto. È vero la sua nomina fu proclamata il 19 marzo scorso ma è in questi secondi in cui sta per accettare vessillo e obblighi che assume coscienza del proprio ruolo. Infatti la sua voce, che all'inizio sembra ferma, poi diventa leggermente roca: «Perdonatemi sono emozionato», dice alla chiesa tutta. E fa seguire le frasi di accettazione dell'incarico, le promosse di dare tutto se stesso. Chi lo conosce, fra la folla, mormora che così sarà senza alcun dubbio.
LA FESTA Le launeddas del maestro Luigi Lai accompagnano l'uscita dei confratelli, e l'applauso è grande. Mentre dal tetto della chiesa Giovanni Melis dà fuoco alle polveri. I botti, pagani, annunciano alla città che è nato il nuovo Terzo Guardiano. «Che la festa inizi!», urla Ammirevole. E così sia.
Francesco Abate