Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Dall’unicorno al basilisco

Fonte: La Nuova Sardegna
18 aprile 2008

WALTER PORCEDDA

Dieci o dodici anni prima che Colombo salpasse per le Indie alla scoperta dell’America, a Firenze, Jacopo di Arcangelo, detto del Sellaio, pittore rinomato e fortemente influenzato dal Botticelli, dipingeva un quadro austero, ricco di rimandi filosofici, «Trionfo della Castità», raffigurante un carro trainato da due unicorni, magici cavalli con un lungo corno sulla fronte, circondati da tre eleganti fanciulle, eroine di virtù. Appena qualche anno dopo lo sbarco di Colombo a San Salvador, il grande Raffaello, nel 1505, dipingeva una armoniosa Dama con un piccolo unicorno nelle sue mani. Mentre si scopriva il Nuovo Mondo, il Vecchio sembrava ancora avvolto dentro atmosfere di magia e di sogno e popolate da animali inventati dalla fantasia. Le riproduzioni dei due quadri campeggiano all’interno di «Zoologia fantastica», affascinante esposizione inventata dal Museo di Scienze naturale di Torino e allestita dallo Studio Vassallo per conto del Comune cagliaritano all’interno delle sale del Castello di San Michele. Location più che adatta per ospitare questa mostra - aperta da domani fino a novembre e indirizzata in primis ai ragazzi, ma consigliabile anche agli adulti - che dalla sua inaugurazione a Torino si è arricchita di nuove sezioni fino a comprenderne una dedicata alla Sardegna. Spazio evocativo per leggende e icone legate al regno del fantasy, tra unicorni e draghi, capaci di suggerire fanciulle rinchiuse e in attesa di essere liberate da cavalieri senza macchia... In realtà «Zoologia fantastica», pur navigando tra figure mitologiche e surreali, dagli unicorni appunto (uno bellissimo, grande e tutto bianco. E, a proposito: il più antico fu disegnato migliaia di anni fa nella grotta di Lascaux in Francia...) agli Yeti, dalla orrida manticora al misterioso Sirrush dei babilonesi, mostri inventati dalla fantasia umana, è un serissimo percorso proprio sull’uomo e la sua storia. Antropologico prima che storico, ma anche attento alle fonti e alla cura filologica dei segni, in grado di disvelare e suggerire i lati oscuri di un immaginario senza tempo. «Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la vostra filosofia» suggeriva Shakespeare in «Amleto» e J.Luis Borges, autore di un «Manuale di Zoologia fantastica» così riportava una ipotetica classificazione degli animali inventata da un imperatore cinese. Questi si dividono in: (a) appartenenti all’Imperatore; (b) imbalsamati; (c) ammaestrati; (d) lattonzoli; (e) sirene; (f) favolosi; (g) cani randagi; (h) inclusi in questa classificazione; (i) che s’agitano come pazzi; (j) innumerevoli; (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello; (l) eccetera; (m) che hanno rotto il vaso; (n) che da lontano sembrano mosche. Ergo, ogni voglia di chiudere dentro i recinti della normalità è pura e semplice convenzione. Una, dieci, cento realtà. Tutte le sue classificazioni quindi, pur parzialmente utili, non riescono a darne completamente conto. Quella concreta (la terra) e quella fantastica (il cielo shakespiriano). Così, davanti al numero altissimo di specie animali, presenti nel nostro pianeta (oltre un milione e mezzo, ma si continua ogni giorno a scoprirne di nuove) l’uomo ha bisogno di inventarsene altre, anche terribili e dai poteri magici. Ecco così gli orrendi Gargoyles volati via da Notre Dame di Parigi che accolgono i visitatori all’ingresso di un viaggio labirintico e intrigante. Una discesa nel profondo delle coscienze e dei nostri sogni. Un passo e si è immersi nel verde intenso di una foresta amazzonica, tra gigantesche anaconde e altrettanto enormi riproduzioni dell’africano Mokele M’Bembe, dentro istantanee rubate dal «Mondo perduto» di Conan Doyle o il «Jurassic Park» di Michael Crichton. Si cambia scenario per avventurarsi nel criptico e misterico mondo degli Egizi, tra Unemet, divoratrice di uomini e pese d’anime e quello babilonese, tra Rimi e Sirrush in bassorilievo nella porta di Ishtar. E, poi ancora draghi e Yeti, ma anche mostri visti e mai presi come quello del Loch Ness e il Bigfoot americano. Dalla terra all’acqua, per meravigliarsi davanti a gigantesche piovre spiate dentro gli oblò del Nautilus o spaventevoli narvalo. E, ancora, soffermandosi a guardare spezzoni di film degli anni 50, proseguire per Minotauri, Tatzelwurm, centauri, idre e basilischi, capaci di uccidere solo con lo sguardo... Da non perdere.