La manifestazione si è conclusa ieri sera in piazza del Carmine
Alla sfilata c'erano anche sindaco e prefetto
In mezzo al corteo c'è anche Massimo Zedda: «Non sono mai mancato, ho partecipato a questa manifestazione ogni anno e non potevo mancare oggi. È un segnale importante per la città», spiega il sindaco, che ieri ha preso parte insieme a un migliaio di persone alla commemorazione del 25 aprile. Nessun fuor programma nella sfilata mattutina per ricordare la Liberazione: un discreto dispiegamento di forze dell'ordine ha seguito la manifestazione che non ha fatto registrare momenti di tensione.
LA SFILATA Il corteo lascia piazza Garibaldi, punto di incontro, intorno alle dieci, accompagnato dalle note della banda. In testa il gonfalone del Comune e della Provincia, rappresentata dal presidente Angela Quaquero, affiancati dai rappresentanti dell'Anpi, associazione nazionale partigiani italiani, dalla sezione sarda degli alpini e dall'Unione partigiani di Sardegna. Molti manifestanti portano appese al collo fotografie di partigiani, altri sventolano bandiere di partito. La prima tappa è in via Sonnino, al parco delle Rimembranze, per la deposizione della corona d'alloro. Al rito ha partecipato il prefetto Giovanni Balsamo. Il momento è stato accompagnato dalle note del Silenzio militare e dall'inno di Mameli. Dopo la commemorazione, il corteo si è ritrovato in piazza del Carmine per il raduno finale. Sul palco si alternano negli interventi, i rappresentati delle associazioni dei partigiani e delle istituzioni.
GLI INTERVENTI Carlo Dore, presidente dell'Anppia Sardegna, evidenzia «l'importanza della Costituzione come il baluardo al quale ci si deve legare perché rappresenta la testimonianza del sacrificio di migliaia di persone». Angela Quaquero, si sofferma sul valore della Resistenza: «Dobbiamo riflettere su cosa significa fare oggi la resistenza. Ci sono tanti precari e immigrati che tutti i giorni resistono alle difficoltà della vita». Massimo Zedda mette in evidenza i valori dell'antifascismo: «La nostra città, dopo i bombardamenti del 1943, si trovava in uno stato penoso. L'istruzione e il forte sentimento di solidarietà, riuscirono a risollevare la cittadinanza». Tra i tanti manifestanti, che camminano col passo deciso, c'è Maria Cecilia Cao, 78 anni, che poggiata sul bastone racconta: «Della guerra ricordo tutto, la paura dei bombardamenti e noi bambini che ci tenevamo per mano. Siamo diventati adulti prima del tempo». Poi il finale: Bella ciao , intonata da tutta la piazza.
Matteo Sau