CAGLIARI
Massimo Zedda non molla. Ieri, alla vigilia della seconda gara casalinga “traslocata” a Trieste, il sindaco ha riaperto il dialogo. «Mi auguro che il Cagliari torni a giocare nella sua città». Zedda, ma anche i tifosi che si sfogano su quotidiani, web, facebook e twitter, pensano sia possibile la marcia indietro del club rossoblù. Ma i fatti dicono il contrario. Oltre ad aver accelerato nell’intesa con la municipalità di Quartu per un trasferimento triennale all’impianto di Is Arenas opportunamente riattato, Massimo Cellino ha chiuso l’accordo col comune di Trieste fino alla gara (penultima di campionato) con la Juventus del 6 maggio. Per il match con la Vecchia Signora sono già in vendita i biglietti. Dunque, anche per i problemi logistici e organizzativi, è complicato pensare al dietrofront. Nella frase del sindaco, giunta dopo l’ok per il Sant’Elia della Commissione di vigilanza (per 14 mila posti, Distinti e Curva sud sono ancora out), c’è un passaggio che non farà sorridere Cellino: “Non abbiamo cacciato nessuno. Mi dispiace che la squadra, per colpadella società, vada a giocare fuori».
(m.f.)