POETTO
di Alessandra Sallemi
CAGLIARI
Riecco i baretti, secondo le forme, i volumi e i colori concordati col Comune. Faceva effetto ieri mattina al Poetto il camion “trasporto eccezionale” che portava a destinazione una casetta di legno davvero stile casotti, le capanne di legno abbattute nel 1986 per decisione della Capitaneria di porto. Nella gelateria alla quarta fermata un piccolo pubblico si godeva la scena, mentre affluivano gli abitanti dei dintorni per assistere all’evento del giorno: il ritorno dei baretti, dopo la demolizione dell’anno scorso, le polemiche dell’inverno, i timori delle ultime settimane sull’estate 2012. Ieri mattina è stato installato il baretto Palm Beach, a seguire il Lanterna Rossa e poi il Twist, per arrivare a nove nei prossimi giorni: Miraggio, Calypso, Corto Maltese, Fico d’India, Dolce Vita, Capolinea. Maè scoppiata la pace, al Poetto, se è vero che anche i titolari dei baretti che non sono soci del Consorzio (Poetto), si adegueranno alle linee guida emanate a dicembre dal Comune come avevano concordato di fare sin dalla prima riunione tutti i consorziati.Si è capito che è meglio: anche se il 31 ottobre 2012 i baretti dovranno essere rimossi perché l’attuale concessione serve solo per gestire il tempo che deve trascorrere ancora prima di avere un Piano di utilizzo del litorale (Pul) completo in ogni suo dettaglio, la strada più conveniente per tutti resta quella di seguire le indicazioni dell’ente che ha titolo non solo per dare maanche per revocare le autorizzazioni e pure per negarle. E’ un primo passo avanti, importante e definitivo, ma ieri mattina si è visto bene che al Poetto ne servono ancora altri per uscire dalla giungla amministrativa che, dall’estate 2012,dividerà la spiaggia in due, anzi, in tre: c’è quella dei baretti interamente di legno («proveniente da boschi tagliati in modo razionale» precisava il presidente del Consorzio Sergio Maxia), poggiati su una griglia sempre di legno che li tiene a 50 centimetri dalla sabbia e via elencando i dettagli costruttivi per ridurre l’impatto con l’arenile, c’è quella di altri mega chioschi la cui concessione è arrivata direttamente dalla Regione negli spazi di rispetto tra un baretto comunale e l’altro, e infine resiste la spiaggia degli stabilimenti balneari, i numerosi militari e i due storici il cui cemento, evidentemente, è più politicamente corretto di quello dei baretti di un tempo. Nessuno, però, ieri, ha avuto una sola parola di nostalgia per i baretti in piedi fino all’anno scorso: ogni pezzo ha una concessione di 332 metri quadrati, i colori sono gli stessi dei vecchi casotti, il tetto è piatto, è finita la gara degli eccessi. Sergio Maxia in pista daoltre vent’anni ci tiene a ricordare che «il Consorzio in passato ha tentato spesso di presentare progetti per armonizzare i chioschi ecc», e che «se ci fosse stato il Pul non si sarebbe dovuti arrivare a demolire ». Nel frattempo, a dicembre sono arrivate le linee strategiche così i barettisti hanno capito cosa dovevano fare per ricominciare a lavorare. Ma non basteranno le linee guida perché la loro resti un’attività duratura: a questo scopo serve il Pul, piano di utilizzo del litorale, cui deve seguire la valutazione strategica ambientale, il documento che dice quanto le scelte del Pul pesano sull’ambiente e quindi le instrada verso la salvaguardia della spiaggia. Paolo Frau, assessore comunale all’Urbanistica, spiega che una scelta è già stata fatta: sulla spiaggia che ricade sotto la competenza comunale le concessioni riguarderanno il 30 per cento dell’arenile, il resto sarà spiaggia libera. Poco? Molto? Utile per proteggere la sabbia? Il punto è proprio qui: il Comune di Cagliari può ristabilire un sistema di regolemasoltanto nella propria parte, e non basta neppure la regìa sovracomunaledella Provincia perché l’intero Poetto sia salvaguardato. Frau: «Sappiamo che proteggere la spiaggia comporta anche una rivisitazione del sistema degli accessi, con larghi tratti da cui non si entra e significa anche considerare il collegamento con quello che c’è dietro: Molentargius. Ma noi possiamo intervenire solo sul nostro». Gli stabilimenti balneari sono un problema, ma che altre entità almomento possono solo limitarsi a fotografare come tale. Ecco perché l’assessore provinciale all’Ambiente, Ignazio Tolu, annuncia: «Nell’interesse comune inviterò gli enti titolari, le due municipalità e la Regione, a partecipare auna conferenza sucometutelare la spiaggia e su come rinaturalizzarla. Lo facciamo sulla base della nostra ricca esperienza maturata nell’ambito del progetto europeo Providue, su alcune spiagge dell’isola».