Fiera
VIALE DIAZ Oggi inaugura la nuova edizione ma ai vertici dell’ente mancano 4 nomi Schirru: eventi tutto l’anno
La Fiera apre oggi e fino al due maggio ospiterà circa mille espositori, con un giro di affari previsto di venti milioni di euro. Ma ai piani alti dell’ente non esiste ancora il Consiglio di amministrazione, a 4 mesi dall’elezione del nuovo presidente della Fiera, Ignazio Schirru. Il rischio di un commissariamento è dietro l’angolo. Il 30 aprile è la data ultima entro la quale approvare il bilancio. Qualche mese fa, un decreto firmato dall’ex ministro Brunetta ha tagliato da diciotto a cinque il numero massimo di componenti del Cda, presidente incluso. Schirru si è insediato lo scorso 2 gennaio, entro 45 giorni dovevano essere scelti i consiglieri. Gli organismi interni alla Camera di commercio dovevano fare i nomi. Finora, invece, fumata nera, forse proprio a causa del taglio dei posti che non consente di accontentare tutti. Difficile escludere Comune e Regione, che da soli hanno diritto 4 dei posti in ballo. Una lungaggine burocratica che permetterà comunque di portare a approvazione il bilancio, sottolinea Ignazio Schirru durante la presentazione della manifestazione numero 64. «La data del 30 aprile è legata all’approvazione del bilancio», dice il presidente della Fiera, «con la mia determinazione farò una formazione di bilancio, sarà poi la giunta camerale a approvarlo. Per effetto del decreto Brunetta, che ha portato il Cda a quattro più uno», prosegue Schirru, «i nomisono tutti di indicazione pubblica. Il Cda non c’è ancora ma è solo un problema di carattere tecnico». Sul futuro dell’area di viale Diaz Schirru elenca una serie di volontà che paiono un libro dei sogni: «Collaboriamo strettamente con la Camera di commercio e la Regione su molti punti: voglio tenere la Fiera aperta tutto l’anno, con eventi mensili agroalimentari e espositivi. Al mio arrivo ho trovato una crisi generale, molti espositori del continente non sono venuti per le alte spese di viaggio». Nessuna novità sulla possibilità di aprire l’area fieristica fino al porto. «E’ la crisi che permette di avere buone idee ma di difficile realizzazione», prosegue il numero uno della Fiera, «questo punto l’abbiamo solo discusso insieme a Camera di commercio e Regione, per ora non mi è possibile dare garanzie sui tempi». C’è però un desiderio, tra i progetti di Schirru, che potrebbe cambiare radicalmente la Fiera. «Una legge regionale che decreti l’esistenza dell’attività fieristica e che trasformi l’ente in una società di capitale pubblico. Oggi siamo un ente di diritto pubblico », sottolinea, «le altre fiere nazionali sono delle società di capitali. Ne ho già parlato con la Giunta regionale, anche questo è un punto per ora irrealizzabile per mancanza di fondi». Paolo Rapeanu