A TUTTO CAMPO
STADIO Il presidente del Cagliari davanti agli studenti attacca il sindaco: «Una bugia i debiti col Comune. Un braccio di ferro? Potrebbe essere mio figlio». Critiche anche per Emilio Floris
Ha risposto su Massimo Zedda, Emilio Floris, stadio, rapporto con la stampa, politica, acquisti, allenatori, giovani. Si potrebbe dire che Massimo Cellino abbia parlato a tutto campo, ieri mattina, davanti agli studenti della facoltà di Lingue, se non fosse che in questo periodo proprio il “campo”, quello in cui giocare, è la spina nel fianco per il presidente rossoblù. Non ha risparmiato nessuno, Cellino, davanti ai ragazzi attenti e curiosi del seminario di giornalismo.
LO SCONTRO CON ZEDDA Primo obiettivo, dopo il periodo diplomatico, è stato il sindaco: «Zedda ha parlato di un gioco a braccio di ferro? Io non posso giocare con i bambini, perché lui potrebbe essere mio figlio». Ed ecco la prima risposta, al curaro, per il primo cittadino che lo aveva attaccato sostenendo che il tira e molla sul Sant’Elia non avrebbe giovato a nessuno, né alla squadra né alla città. Ma il sindaco, per il numero uno di viale La Plaia, oltre a essere un “bambino”, non sarebbe nemmeno sincero quando parla di soldi dovuti dalla società per l’utilizzo dello stadio: «Debiti col Comune non ne ho e Zedda è un bugiardo, non si deve permettere di dire cose del genere». Poi l’affondo: «Io non posso spendere le mie energie a parlare con lui». Nella stessa aula in cui il sindaco aveva annunciato il prignoramento dei diritti Sky per i canoni e le spese non onorate dal Cagliari Calcio, il patron spara bordate che demoliscono ogni possibilità di ripresa del dialogo tra i due.
QUARTU E I RESPONSABILI È in contemporanea col consumarsi della scena finale della disputa giudiziaria col municipio che ha deciso di andare a finire il campionato a Trieste. E intanto ha aperto le trattative con Quartu, per usare l’impianto di Is Arenas. Ma anche in questo caso il presidente non ha certezze: «La triste realtà è che quello che sta succedendo è una guerra punica. Perciò non mi illudo, non ci credo più neanche se vedo i documenti firmati. Le scuse per bloccare tutto ci sono sempre, questa sarebbe comunque una soluzione temporanea per non stare a Trieste. Siamo stati cacciati dalla nostra città e questa è una cosa vergognosa ». Un po’ colpa di Zedda («ero felice di dargli una mano perché era giovane ed è meglio che gli errori li facciano i giovani») ma non solo. Le responsabilità più grandi, secondo Cellino, sono della precedente amministrazione. Non tanto del sindaco Emilio Floris («un incapace in buona fede, ogni domenica firmava, sotto la sua responsabilità, un foglio che ci permetteva di giocare al Sant’Elia, ma intanto lo stadio cadeva»), quanto di tutti coloro che gli stavano intorno: «Chi ha gestito prima di Zedda questa città l’ha devastata, e lui deve darsi una mossa»).
CAPITALE DEL MEDITERRANEO? Uno studente, davanti a questo scenario complesso, chiede quale sia la via d’uscita da questo ginepraio: «Andando con il nostro tendone in giro», risponde Cellino, «perché ormai siamo diventati apolidi. E alla fine chi pagherà questi danni? Non Zedda, ma tutti noi. Intanto stanno rimettendo a posto una struttura fatiscente, vergognosa e pericolosa. Sono soldi buttati, non si sprecano i soldi pubblici. La verità è che lo stadio ce l’hanno chiuso e il sindaco a un certo punto non ha più firmato ogni domenica come si faceva prima ». L’attacco poi si sposta sulla gestione del resto della città, per dire: dove c’è la politica c’è il marcio, dove mette mano il privato tutto funziona: «Andate a guardare la città», è l’invito del presidente ai ragazzi, «le strade e le schifezze che ci sono. Questa sarebbe la capitale del Mediterraneo? Vi invito ad Assemini, dove mi hanno dato il permesso di costruire, e anche a visitare la sede del Cagliari. Ho pochi dipendenti ma buoni, perché ne cerco ma nessuno ha voglia di lavorare. Poi vi porto al Sant ’Elia e vedete le differenze. Tutto ciò non avendo un euro di debito con le banche».
RAPPORTI CON LA STAMPA Il fiume in piena esonda anche sulla stampa: «I nuovi giornalisti ormai hanno la pressione e lo scopo di vendere giornali, non di raccontare notizie. Bisogna dire alla gente alla verità, ma ormai non si fanno più indagini o scoperte. Io i giornali non li leggo più». Un passaggio sul mercato, poi un ritorno sul rapporto con i giornalisti, sempre dietro domanda di uno studente: «Il rapporto con la stampa sarda? Di giornali a fianco», arriva perfino a dire Cellino, «il Cagliari non ne ha, e comunque averli vicino non mi piace perché i giornalisti devono dire la verità e molte volte piovono anche le critiche. Anzi, purtroppo alcuni ce li abbiamo contro. Un mio limite è quello di prendere i problemi di petto e affrontarli, e ciò mi porta spesso a subire un’ag - gressione a stampa armata». Silvia Dell’Or to
L’azione Prove di conciliazione: «Dirimiamo le controversie»
Sulla cattedra dell’Università al mattino sferra l’attacco, nel pomeriggio Cellino riunisce il Consiglio di Amministrazione del Cagliari e prova la conciliazione con il sindaco Zedda. Il cda del club rossoblù, si legge in una nota del sito ufficiale “ha delegato con ampi poteri di rappresentanza i propri consiglieri, Ing. Mario Marongiu e Dott. Giovanni Domenico Pinna, affinche possano al più presto incontrare i rappresentanti dell'amministrazione comunale di Cagliari per affrontare e possibilmente derimere tutte le controversie tecnico-amministrative che vedono contrapposte le due parti”. Intanto, la mobilitazione dei tifosi sulla “telenovela stadio non si ferma”. In atto, dopo la decisione della trasferta permanente a Trieste, ci sono numerose iniziative. L’associazione Casa dei Diritti, ha ottenuto che l’organi - smo di mediazione possa convocare le parti per il 4 maggio nel tentativo di conciliazione. Da una parte ci saranno i legali dell’associazione (Renato Chiesa e Mauro Sollai), che rappresentano le istanze degli abbonati orfani della squadra. Dall’altra, se accetta, dovrà esserci il Cagliari Calcio. Sul piatto c’è la richiesta di risarcimento danni, morali e materiali, avanzata dai tifosi. La mobilitazione è forte anche su Facebook, social network dal quale il gruppo “Tifosi del Cagliari: dateci uno stadio” chiede un confronto pubblico tra Zedda e Cellino. Critica il trasferimento a Is Arenas, invece, il consigliere regionale cagliaritano del Pd Chicco Porcu: «Dopo le difficoltà incontrate a Elmas, che Cellino decida di imbarcarsi in una operazione ancora più complessa lascia perplessi». È evidente, aggiunge, «che portare migliaia di persone, con il relativo carico di traffico, smog e rumore a ridosso di un ecosistema dall’equilibrio delicatissimo come il parco di Molentargius è semplicemente folle».