Approvato il nuovo regolamento: un esercizio di 120 mq pagherà 2.160 euro all’anno, uno di 200 mq, 3.600
TASSE»IL CARO RIFIUTI
di Roberto Paracchini CAGLIARI Un appartamento di ottanta metri quadrati calpestabili (al netto di mura e verande) paga 212,8 euro di tassa comunale sui rifiuti, un alloggio di cento, 266. Mentre se c’è un solo abitante, la cifra scende rispettivamente a 142,4 e a 178 euro. Ma la Tarsu, una delle tasse più alte in rapporto al resto d’Italia, è tra le più contestate. Ed evase: dal venti al trenta per cento, secondo Claudio Cugusi (Pd, presidente della commissione consiliare). Con deliberazione dell’assemblea comunale (la 19 del 13 marzo) è stato approvato il nuovo Regolamento per la Tarsu. E sulla base di questo atto sono state apportate diverse modifiche in ordine alla classificazione delle categorie dei locali ed aree. Infine con una delibera della Giunta (la 75 del 27 del mese scorso) è stato adeguato il prospetto delle tariffe per l’anno 2012 secondo la classificazione delle categorie dei locali e delle aree. Posto che il servizio rappresenta uno dei nervi sensibili del Comune che da anni cerca di razionalizzarlo con risultati deludenti e che la raccolta differenziarta arriva solo al 36 per cento (mentre quest’anno dovrebbe raggiungere il 65). E precisato anche che la responsabilità va - per il momento almeno - addebitata alla scorsa consiliatura... Vi sono settori economici fortemente penalizzati da questa tassa: i ristoratori e i verdurai. Una trattoria di 120 metri quadrati complessivi paga, ad esempio, 2.160 euro all’anno (18 euro a metro quadrato). E non è poco. Per 200 metri quadrati si arriva a 3.600. Lo stesso dicasi per le pizzerie (coi tavolini), i pub e le paninoteche. Ma pagano la stessa cifra anche le mense (ma queste non dovrebbero essere un servizio offerto ai dipendenti delle aziende?). Penalizzati poi anche i ristoratori che utilizzano «aree scoperte operative annesse», su cui si paga la stessa tassa. E il costo ricade, quando ubicati nello stesso immobile, anche sui magazzini/deposito annessi alle attività accennate con superficie inferiore a 250 metri quadrati. Insomma: un salasso. Un costo-tassa che dovrà essere pagato in modo equivalente anche dai circoli che somministrano cibi e bevande. Un “contributo” maggiore lo daranno solo i negozi di frutta e verdura e quelli di fiori e piante (20,77 euro a metro quadro). «Queste cifre provengono da indicazioni nazionali - spiega Davide Carta, capo gruppo del Pd - e si basano sulla logica di far pagare di più a chi produce maggiori rifiuti umidi, che creano maggiore problemi per lo smaltimento». Nello stesso tempo, va chiarito, che si tratta di una tassa in vigore sino a fine dicembre, visto che dal primo gennaio del prossimo anno entrerà in vigore la Tares. Quest’ultima, sempre per i rifiuti, dovrà essere pagata interamente (mentre adesso circa il venti per cento viene coperto dal Comune). Quindi un nuovo salasso? Certamente, anche se dovrebbe essere distribuita in modo differenziato: non più solo sulla base dei metri quadrati, ma anche del numero di abitanti dell’alloggio e con, in più, possibilità di sconto sulla base della quantità di raccolta differenziata effettuata. Aspetto, questo, possibile però solo dopo l’entrata in funzione della raccolta differenziata col porta a porta, che sarà possibile con l’assegnazione del mega appalto (che dovrebbe essere bandito a fine anno). Il che significa che per il momento, più che diminuire, questa tassa aumenterà. ©RIPRODUZIONE RISERVATA