Acqua bene comune: Idv e sinistra con Zedda contro Abbanoa
19/04/2012 14:19
Venerdì 20 aprile presso la sala Search ( sottopiano del palazzo civico) nel largo Carlo Felice alle ore 17e30 parleremo di acqua intesa come bene comune. Lo si farà, in un dibattito proposto da Italia dei Valori e dalla Federazione della Sinistra, con l’assessore ai beni comuni al Comune di Napoli ed esperto di diritto pubblico Alberto Lucarelli e, tra gli altri ospiti, col sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Il concetto di bene comune va oltre quello di proprietà pubblica o privata. La grande novità del bene comune sta nel voler superare il rapporto escludente tra proprietario e bene mirando a un nuovo modello partecipazione sociale. A partire da questa concezione di “bene comune” si cercherà di capire quali politiche possano rendere in concreto bene comune un bene come l’acqua. Gli organizzatori dicono: “Abbanoa è una società per azioni (spa). È responsabile della gestione del servizio idrico integrato in Sardegna e ne è l’unico gestore. Si tratta di un soggetto fortemente indebitato, che non ha risolto i principali difetti del sistema idrico sardo. Il comune di Cagliari ne è il principale socio con il 17.9% delle azioni. Nei mesi scorsi con il secondo quesito dei referendum di luglio si è eliminata la possibilità che si facciano profitti sull’acqua. Il governo Monti, con l’art. 25 del decreto anti-crisi, rilancia il processo di privatizzazione dei servizi pubblici locali compreso quello di gestione dell’acqua, tradendo la volontà di milioni di cittadini e dei loro pareri referendari. In questa fase a Roma la Giunta Alemanno mette in vendita un ulteriore 21% delle quote di Acea SpA (facendo passare il Comune dal 51% al 30%) e si prepara a rendere effettivo un piano di privatizzazione e dismissione dei servizi pubblici della città di Roma. Al contrario, l’Arin di Napoli è stata trasformata in Abc Napoli- Acqua Bene Comune Napoli, cioè in una azienda speciale a carattere totalmente pubblico. Di fronte a scelte così differenti e ancor più in un momento di estrema crisi economica il comune di Cagliari deve scegliere quale strada intraprendere e quale politiche attuare per mettere in relazione la buona amministrazione, le esigenze di equità e l’importanza dell’acqua”.