Nella casa-albergo del Comune, in via Tiepolo
Non bastava il disagio di vivere in una stanza di dieci metri quadri assieme a due sorelle, la madre e il padre. E non bastava il fastidio di doversi fare il bagno in una bacinella perché in quella stanza c'è un bagno-cunicolo e non c'è traccia di vasca.
Ora il disabile quindicenne affetto da distrofia cerebrale con tetraparesi spastica, costretto in sedia a rotelle, non può nemmeno andare a scuola, dove è seguito da insegnanti di sostegno, perché l'ascensore della casa-albergo di via Tiepolo è guasto. E siccome c'è di mezzo la pubblica amministrazione chissà perché i tecnici non arrivano mai.
La madre, Maria Assunta Pinna, ha già segnalato il problema ai Servizi sociali della circoscrizione di Sant'Avendrace, dove seguono la sua famiglia con costanza e attenzione, ma in due settimane non è cambiato nulla. E così oltre al diritto alla casa, al disabile viene negato anche quello allo studio.
Oltre alla riparazione dell'ascensore, la famiglia aspetta da oltre un anno l'assegnazione di un appartamento che dia al disabile e alla sua famiglia - anche una sorella più piccola è affetta da epilessia e ritardo cognitivo - la possibilità di dormire in un letto (oggi i tre bambini dormono in un divano ed i genitori in un materasso che viene sistemato in terra), di cucinare in una cucina e di lavarsi in un bagno.
L'assessore alle Politiche sociali, rispondendo a un'interrogazione di Marco Espa (Pd) ha riferito in Consiglio comunale tutto ciò che i servizi sociali hanno fatto per la famiglia dal 2006. Ed hanno fatto molto. Il problema è la casa e risolverlo spetta all'assessorato al Patrimonio.
07/10/2008