I dubbi
Altro che semplificazione fiscale. Le modifiche dell'Imu sembra stiano facendo sorgere nuovi dubbi ai contribuenti. «In effetti la norma non è ancora chiara», spiega il commercialista Roberto Landi, «per esempio, non si capisce perché il calcolo sulla divisione del tributo dovuto per le seconde case, tra Comune e Stato centrale, debba essere fatto dai contribuenti e non dal ministero». Il 50% del gettito su seconde abitazioni e immobili commerciali, infatti, dovrà andare all'amministrazione centrale ma la compilazione del modello F24 con relativi codici spetta al singolo contribuente, che ovviamente si farà assistere da un Caf o da un commercialista.
«Ritengo positivo, invece, che sia stata chiarita la questione dell'assegnazione dell'immobile al coniuge separato», aggiunge ancora Landi, «d'ora in avanti pagherà chi risiede materialmente nell'immobile anche se la casa dovesse essere di proprietà dell'ex marito o dell'ex moglie». Se invece si concederà in comodato l'abitazione a un figlio, «dovrà essere considerata come seconda casa e quindi si pagherà l'aliquota del 7,6 per mille», osserva ancora Landi. Da chiarire, infine, la questione relativa alle cooperative a proprietà indivisa: «Gli immobili vengono considerati come seconde case, anche se vi si ha la residenza. La norma va rivista», conclude Landi.