ASPETTANDO LA SAGRA.
Con Efisio Corona tesoriere dell'Arciconfraternita
Dal Pendantif che fu della regina d'Austria all'Aureola
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Nella sacristia della chiesa di Stampace fanno bella mostra le tre statue del Santo: la più antica, il cinquecentesco “Efis sballiau” perché, contrariamente alle altre due, ha impressa la croce del martirio nella palma della mano sinistra anziché nella destra; il bellissimo Efisio del Lonis, realizzato alla fine del '700 dall'estroso scultore stampacino, che rappresenta un fiero militare romano, statua che viene portata in processione al Lunedì dell'Angelo in Cattedrale; infine, quasi spaurito fra tanta compagnia, nelle vesti di un giovane aristocratico spagnolo, con baffi e pizzetto, il secentesco simulacro che passa ogni anno, da oltre tre secoli e mezzo, per le strade di Cagliari fino a Nora al Calendimaggio.
GLI ORI Tolto dalla teca della sua cappella, questo Sant'Efisio sembra ancora più piccolo e fragile. Saranno le mani delle consorelle, guidate dalla Priora, a rivestirlo degli abiti della festa quindi, alla vigilia del 1° maggio, con un cerimoniale solenne e insieme di profonda religiosità, sarà ornato con l'oro donato dai suoi devoti nel corso dei secoli.
CUSTODE SPECIALE Entra in scena, a questo punto, un'altra figura, centrale ancorché nascosta, della Festa di maggio: il tesoriere dell'Arciconfraternita. Ruolo oggi ricoperto da Efisio Corona (nome e cognome che già dicono tutto…), confratello di vecchia data, alle spalle anche altri incarichi, compreso quello di Terzo Guardiano. È lui il custode della cassaforte di Sant'Efisio, una sorta di amministratore delegato dell'antica confraternita, braccio destro del presidente in materie burocratiche e amministrative. È sempre lui il notaio del verbale che stabilisce quali pezzi pregiati del Tesoro del Santo debbano essere prelevati dalla cassetta di sicurezza dell'Istituto di credito per essere apposti al simulacro del Santo.
I RICORDI «Un tempo il rito dell'ornamento dell'oro», ricorda Corona, «si svolgeva nel chiuso della sacristia, un adempimento riservato ai massimi rappresentanti dell'Arciconfraternita e a qualche invitato che viveva questo come un autentico privilegio». Oggi questo, come la vestizione della statua, da rito privato si è trasformato in una delle tappe di avvicinamento alla grande festa, in momento di grande partecipazione popolare e d'intensa preghiera al Santo. Sotto il piccolo presbiterio della chiesa di Stampace, ricoperto da un drappo rosso, viene preparato il tavolo con gli Ori del Santo.
A LAVORO «Il mio compito è quello di chiamare, uno per volta, tutti i gioielli che andranno ad impreziosire la statua del Santo», racconta Efisio Corona, «da quelli più conosciuti e preziosi sino all'ultimo anello che ornerà Sant'Efisio per la processione lungo le strade di Cagliari». Collocato al centro dell'altare maggiore, addobbato con la tradizionale infiorata di ghirlande, dove domina il rosso, colore del martirio, il rito può iniziare.
PEZZI DI VALORE Alcuni ex-voto non possono mancare, sono degli intoccabili, icone del Santo che sfila il primo di maggio: come il pregevole Pendantif, medaglione d'oro donato, nel 1814, dalla regina Maria Teresa d'Austria a Sant'Efisio; la Catena con dorini di filigrana d'oro giallo che riporta al centro l'immagine del Santo, ex-voto di grande valore storico come la Catena in filigrana a maglia lunga anch'essa in oro. Quindi la Spada, la Palma del martirio, alla mano sinistra, e l'Aureola, in oro e pietre preziose, realizzata dal maestro orafo Giovanni Carta, in occasione della edizione numero 300 della Festa, nel 1956, di recente restaurata dal figlio Pierandrea. Da ultimo a Efis viene fissato il Medagliere, fascia tricolore dove sono apposte tutte le medaglie di guerra che i reduci hanno donato in segno di riconoscenza al martire guerriero.
INTRONIZZAZIONE Al termine della cerimonia si procede all'intronizzazione della statua nel cocchio di gala, già sistemato al centro della chiesa, pronto per la prima Messa solenne, quella di mezzogiorno presieduta, come vuole la tradizione, dal parroco di Sant'Anna. Oro, gioielli e abiti della Festa, per quattro giorni, saranno custoditi in Casa Ballero, a Giorgino: da qui parte e fa rientro il vero pellegrinaggio del Santo verso Nora.
Paolo Matta