Parla Franco Cardia, il costruttore del palazzo che martedì il Consiglio di Stato ha dichiarato abusivo
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«È stata una legnata ma noi ne veniamo a capo». È amareggiato ma tranquillo Franco Cardia, il titolare di Progetto Casa costruzioni. La sua impresa ha edificato il palazzo di via Isola di Gallinara, a pochi metri dalle saline di Molentargius, che martedì il Consiglio di Stato ha dichiarato ufficialmente abusivo. «Il grosso problema è che di situazioni come la nostra ce ne sono centinaia in tutto il perimetro del parco». Cardia elenca anche importanti complessi commerciali e costruttori cagliaritani, tutti ricadenti entro i 300 metri dal perimetro dell'area naturalistica. «Edificati senza autorizzazione paesaggistica, esattamente come il palazzo di via Gallinara», sottolinea. Perché è proprio questo che il Consiglio di Stato gli ha contestato: la mancanza del nulla osta dell'Ufficio paesaggistico della Regione.
IL SISTEMA PER SANARE «La cosa buffa», continua l'imprenditore, «è che noi sapevamo che quel documento era necessario e per questo l'abbiamo chiesto alla Regione, ma ci hanno risposto che non è necessario, perché eravamo oltre il limite dei 300 metri dall'area protetta, tutelata per legge». In ogni caso, assicura Cardia, «togliamo ogni dubbio: l'edificio non verrà abbattuto». Il sistema per “sanare” la situazione c'è. «Gia questa mattina (ieri) sono andato alla Regione per chiedere la richiesta di conformità paesaggistica, che blocca tutta la procedura. Poi devo inviare la richiesta e il resto della documentazione al Suap (lo sportello unico per le attività produttive), che entro venti giorni, chiamerà tutte le istituzioni interessate per fare una conferenza di servizi».
I dieci proprietari che già hanno firmato il contratto per gli appartamenti di via Gallinara, più gli altri cinque che hanno già stipulato il “compromesso” possono, dunque, dormire sonni tranquilli. Almeno a sentire le parole dell'impresario.
LA VICENDA Quella di martedì è la prima «legnata»”, come Cardia definisce la sentenza del Consiglio di Stato, che Progetto Casa costruzioni ha subìto in questa vicenda iniziata cinque anni fa. Era il 2007 quando l'imprenditore acquisì dal Tribunale l'area dove prima c'era una villa e dove ora sorge la palazzina di sei piani. Da subito alcuni dei residenti nella strada del Quartiere del Sole protestarono per cercare di impedire l'edificazione di un palazzo in un'area dove sorgevano solo villette. Prima con ricorsi al Tar «poi attraverso alcune associazioni ambientaliste che fecero un esposto in Procura», specifica Cardia.
Il Tar, in prima istanza, nel 2008, dà ragione all'impresario edile. In appello la vicenda si conclude martedì scorso, con il Consiglio di Stato che sostanzialmente afferma che la Progetto Casa costruzioni doveva avere il nulla osta paesaggistico
GUERRA DI CARTE BOLLATE Ma accanto alla magistratura amministrativa, si muove la Procura. Il pubblico ministero Daniele Caria chiede al Gip e ottiene il sequestro dell'area, «durato solo cinque giorni», sottolinea l'impresario. Ma il Tribunale del Riesame, con in mezzo anche una pronuncia della Cassazione, per ben due volte ordina il dissequestro del terreno. Così il pm decide di chiedere al Gip l'archiviazione della pratica, che viene definitivamente chiusa.
Nel frattempo, però, i giudici del Consiglio di Stato hanno lavorato. E la sentenza emessa martedì ora rischia di mettere a repentaglio la legittimità di tanti edifici intorno al parco.
Mario Gottardi