Il caso
Il Cagliari promette un rimborso agli abbonati e critica i promotori delle class action che in questi giorni stanno raccogliendo le adesioni dei tesserati rossoblù. La società di viale La Plaia ieri ha pubblicato sul proprio sito internet un comunicato nel quale spiega che la decisione di non giocare le ultime partite al Sant'Elia è «dettata da motivi di forza maggiore non dipendenti dalla nostra volontà ma di cui mai abbiamo ipotizzato il non assumerci l'onere del rimborso». Il Cagliari risponde così al gruppo dell'Idv in consiglio comunale e all'associazione Casa dei diritti, che nei giorni scorsi si erano dette pronte a promuovere azioni legali: «Già in occasione della parziale chiusura dei settori “Distinti” e “Curva Sud” proponemmo immediatamente una soluzione alternativa con il trasferimento in altri settori dello stadio, contemporaneamente demmo la nostra disponibilità al rimborso per tutti coloro che non avessero accettato la proposta: abbiamo ricevuto richieste in tal senso in basse percentuali e comunque tutti i richiedenti sono già da tempo stati rimborsati». Per le partite disputate e da disputare a Trieste la società rossoblù adotterà la stessa decisione: gli abbonati che non vorranno andare in Friuli «saranno rimborsati».
Poi la società se la prende con gli organizzatori delle class action: «Basta con questo stillicidio mediatico da parte di pseudo tifosi che tentano soltanto di gettare fango su una società che si è sempre sacrificata per tenere alto, nell'ambito in cui opera e non solo, il buon nome di Cagliari e della Sardegna».