I tifosi. Soddisfatti i 55 club rappresentati dal Centro di coordinamento
«Cellino vuole investire? Investa sui giocatori, che ce n'è bisogno. Cagliari lo stadio ce l'ha già: è il Sant'Elia che, nonostante lo dipingano cadente, è perfettamente efficiente». Il giorno dopo la retromarcia del presidente della società rossoblù, parte della tifoseria organizzata e due circoli degli emigrati sardi di Milano e Torino, che nei giorni scorsi avevano ribadito il no al progetto del nuovo stadio al motto di «no ai regali», accolgono «con soddisfazione» l'abbandono del presidente. Anche se invitano alla cautela: «Attenti, Cellino è abituato a gettare fumo negli occhi».
Cinquantacinque club rappresentati in tutta Italia, cioè «tra i due e i tremila tifosi», più centinaia di emigrati-tifosi, ammettono di avere «pessimi rapporti» con il numero uno di viale La Playa. Ma questa non poteva essere la sola ragione per dire no al nuovo stadio. Dunque? «Il sant'Elia», chiarisce il presidente, Salvatore Saba, «ha solo una cosa che non va: le tribune “innocenti”. «Sappiamo che dopo le spese sostenute dal Comune gli spalti in cemento sono in regola e non si capisce perché le tribune in legno non siano state smontate. E poi», aggiunge Saba, «non è accettabile né che il Comune regali un'area a un privato né che si costruisca uno stadio da soli 25 mila spettatori. E se il Cagliari dovesse giocare una coppa europea? Che cosa farebbero, manderebbero via i tifosi?». Oggi il Cagliari ha circa 8000 abbonati e - in questo inizio di campionato - una media di 12 mila spettatori a partita (20 mila per il match contro la Juventus). (f. ma.)
04/10/2008