I casi di Marina e via Garibaldi
Michele Ruffi
Le telecamere sono un deterrente formidabile: nel 2008, quando vennero installate, gli accessi degli automobilisti nel quartiere di Villanova crollarono vertiginosamente. Poi, quando fu chiaro a tutti che gli obiettivi erano lì per le statistiche del traffico e non per sanzionare, tutto tornò come prima. Ecco perché è molto probabile che la Ztl, ora, venga rispettata. Finalmente, dice qualcuno. Altri invece sono preoccupati per l'effetto negativo sulla viabilità e sulla salute di negozi e attività commerciali.
Chi se la prende con le telecamere però sbaglia: gli obiettivi servono solo a non rendere inutile un regolamento vecchio di ventidue anni. Insomma: il problema sta a monte. È importante, semmai, eliminare il doppiopesismo dalle zone a traffico limitato e dalle isole pedonali. Perché il rischio è quello di avere due quartieri - Castello e Villanova - dove i divieti vengono sostanzialmente rispettati. Mentre nel resto della città le Ztl esistono solo sui cartelli. A partire a via Manno e via Garibaldi: dovrebbero essere il salotto della città, invece sono più trafficate di via Roma all'ora di punta. Furgoni presi a noleggio, taxi senza passeggeri, auto di servizio del Comune passano a tutte le ore. E non potrebbero.
Al Poetto la zona a traffico limitato della Prima fermata è stato un fallimento senza precedenti. Non per l'idea, buona, di creare una passeggiata senz'auto in riva al mare. Ma perché nessuno, fin dall'inizio, ha mai rispettato i divieti. Lo stesso succede alla Marina, quartiere dove la vocazione pedonale è ancora limitata a poche strade. Lo stesso si può dire per Stampace alto, con i suoi viottolini laghi appena due metri: qui le telecamere non ci sono, perché non ci sono i soldi. Difficilmente cambierà qualcosa.