Bandito un concorso internazionale di idee per la trasformazione dell'area di viale Diaz
Biggio: «Nautica e congressi le certezze, la Spa un'ipotesi»
Il presidente: «Iniziato un percorso di valutazione su una trasformazione in Spa».
Non solo valorizzazione degli spazi, ammodernamento dei locali e ampliamento verso il mare. La Fiera del futuro potrebbe trasformarsi in società per azioni. E aprirsi al mondo della finanza oltre che siglare intese con altre realtà fieristiche. A rivelarlo è lo stesso presidente Gianni Biggio, che scopre una nuova carta sul tavolo della partita della ristrutturazione dell'ente. «Oggi è un'azienda speciale della camera di Commercio ma abbiamo iniziato un percorso di valutazione su una trasformazione in Spa». Il condizionale è d'obbligo e Biggio ci tiene a metterlo bene in evidenza. «Tutto è da vedere, si tratta di un'ipotesi». È innegabile, comunque, che «se ne sta iniziando a parlare. La Fiera sta attraversando una fase evolutiva e, ormai, è rimasta tra le poche in Italia a non aver assunto questa forma». La prospettiva di cambiamento non andrà così a toccare solo la struttura fisica. «Pensiamo alla partecipazione di soggetti bancari importanti ma anche di altre fiere, che si stanno alleando attraverso la costituzione di network in misura sempre maggiore. A dare il loro apporto saranno poi soci come Regione e Province, assieme ad altri enti. Ma, ripeto, nulla è stato deciso».
È una certezza, invece, l'intenzione di dare vita a un quartiere fieristico all'avanguardia. Tra padiglioni da demolire e spazi da riorganizzare, la riqualificazione deve necessariamente passare per un titanico lavoro di cui «ancora non abbiamo un quadro preciso di cui parlare». Un passo significativo, però, in questo senso è la recente pubblicazione del Bando di concorso di idee per un progetto di riqualificazione, che scadrà a gennaio del 2009. «Vedremo quali saranno i suggerimenti. Noi, successivamente, presenteremo le nostre proposte all'amministrazione comunale e alla Regione». Gli obiettivi, chiariti nello stesso documento, che è comunque slegato dall'assegnazione di incarichi professionali sulla progettazione, sono quelli di raccogliere ipotesi progettuali per la razionalizzazione del quartiere fieristico. Creando, alle stesso tempo, le condizioni per potenziare le tre funzioni principali e storiche dell'impianto: «Destinazione fieristica, chiaramente, ma anche congressuale e di supporto alla città e alla Regione per le grandi manifestazioni artistiche e sportive».
I confini dell'area si espanderanno verso il mare, ma non andranno a delimitare un'altra area. «Fin quando resterò presidente di questa Fiera, intendo continuare a esserlo della stessa struttura». Non potrebbe essere più chiaro Gianni Biggio, che ribadisce in questo modo il no al trasferimento nella Piana di San Lorenzo - Su Stangioni, come era stato prospettato nel Piano urbanistico comunale.
Del capitolo evoluzione e progresso fa parte, piuttosto, la realizzazione del waterfront, la vetrina che si specchierà, appunto, sull'acqua. Immagina una fiera del mare, Gianni Biggio, quando ispeziona con lo sguardo il territorio che sta immediatamente davanti alla fiera, dalle finestre della torre che ospita gli uffici. «Basta affacciarsi per vedere che stiamo parlando di aree demaniali». Non certo utopia, il progetto sul mare: «Abbiamo avviato una fase interlocutoria anche con l'Autorità portuale su questo argomento». Ma non si pensi alla concorrenza con il salone nautico di Genova. «Cosa significa il mare per la Sardegna? Pesca, turismo e parchi. Certo, ci saranno anche i padiglioni sulla nautica, ma la nostra è un'idea ampia di Fiera, proiettata verso il Mediterraneo. Procediamo benissimo come Campionaria», aggiunge, «ma dobbiamo rafforzarci con le fiere specializzate». L'eventuale costituzione in Società per azioni, l'avamposto sul mare e, infine, la creazione di «un centro congressi adeguato. Questa è, in sintesi, la nostra idea di Fiera».
MARIANGELA LAMPIS
05/10/2008