Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Proibito parlare a voce alta nel regno delle cartelle pazze

Fonte: L'Unione Sarda
16 aprile 2012

Proibito parlare a voce alta nel regno delle cartelle pazze
 

Vedi la foto
Aspettate il turno «col massimo rispettoso silenzio». L'invito alla «gentile clientela» campeggia nella sala d'attesa: una quarantina di metri quadri, venti poltroncine, due distributori di bibite, un fotocopiatore spento e il display che segnala la scrivania libera delle sei a disposizione del pubblico. Al popolo delle bollette pazze Abbanoa chiede fair play: per accedere ai servizi bisogna mettersi il cuore in pace, non oltrepassare la linea gialla del banco- ricevimento e aspettare con la bocca chiusa. Seduti, in piedi, appoggiati al muro o sotto la pensilina nel lungo corridoio d'ingresso. Magari spazientiti per operazioni che vanno al rallentatore. Zitti, però.
 

ASSEDIO Invece urla e proteste sono pane quotidiano alle pendici del colle di San Michele. La sede di via Is Cornalias viene presa puntualmente d'assalto quando l'ente gestore dell'acqua manda il conto a 181 mila titolari di un'utenza idrica (72 mila a Cagliari, il resto distribuito in 26 centri). Almeno quattro volte all'anno, il tempo per inviare gli acconti e i saldi. Succede il finimondo poi quando gli avvisi di slaccio vengono recapitati nelle case di chi risulta moroso negli archivi elettronici ancora incompleti a sei anni dalla nascita della società. Scenate, urla, improperi, contribuenti in fila dall'alba con in mano ingiunzioni di pagamento da infarto. Impiegati sotto stress, carabinieri e polizia ospiti fissi quando la tensione è sul punto di degenerare.
 

I VUOTI Perfino nelle giornate di calma bisogna tenere i nervi a posto. Ieri mattina per esempio: i tre sportelli riservati agli utenti cagliaritani erano quasi sempre vuoti. Gli altri tre, adibiti per i residenti degli altri centri andavano a singhiozzo: uno è rimasto orfano dell'impiegato dalle 9,30 alle 10,30, negli altri due le operazioni andavano avanti con una lentezza esasperante. Logica vuole che gli impiegati liberi vengano in soccorso ai colleghi oberati. Un utente l'ha suggerito, ma gli hanno risposto che non era possibile: «I programmi sono diversi». Ad Abbanoa i computer di Cagliari non dialogano con quelli della provincia.
 

PAZIENZA «È la quarta volta che vengo qui per un allaccio», sbotta una signora di recente trasferita ad Elmas. Ogni volta la documentazione è incompleta e da due mesi deve arrangiarsi col marito e il figlio con un'autoclave collegata a un serbatoio. Sono le 10,30, è seduta da un'ora e in questo lasso di tempo gli addetti hanno sbrigato appena due pratiche. Per vedere la sua ultimata, dovrà aspettare mezzogiorno meno un quarto.
 

LA FUGA In sala si rispetta il silenzio, appena disturbato da lamenti di insofferenza. Dieci persone aspettano di essere ricevute. Ufficialmente dovrebbero essere il doppio: l'ultimo biglietto distribuito dall'apparecchio segna-fila riporta il numero 52, mentre il display che segnala il turno è fermo al 26. Molti se ne sono andati. Dovranno ritornare e sarà un altro calvario.
 

CONSUMI Il grosso approda qui avendo a che fare con una cartella non molto chiara. Un pensionato di Domus De Maria si aggira inquieto dalle 10: ha lasciato un disabile in auto e deve chiedere lumi sulla bolletta. Non gli tornano i conti, come tanti in fila. Abbanoa chiede di pagare gli acconti calcolati sulla base di un consumo presunto e poi invia il saldo una volta effettuata la lettura del contatore. Ne succedono di tutti i colori, testimoniati dal numero dei reclami che vengono registrati al bancone dell'ingresso: solo giovedì pomeriggio in due ore ne sono stati conteggiati 42. Ieri a metà mattina erano a quota trenta, un po' sotto la media giornaliera. Una processione di utenti che ha qualcosa da ridire e non solo sui consumi-fantasma.
 

ERRORI Beppe Piras, abbonato pirrese, è vittima di un refuso non suo. «Per due anni non ho ricevuto bollette e ho scoperto che qui avevano sbagliato indirizzo. Ho chiesto così la rateizzazione». Dovrebbero accordargliela in un mesetto, il tempo standard previsto nella carta-qualità dei servizi. Quanto alle attese agli sportelli. Abbanoa prevede un tempo medio di un quarto d'ora e uno massimo di trenta minuti. Avvertenza: il limite potrebbe «non essere rispettato in caso di maggior affluenza». Cioé sempre, ma questo non lo precisa il cartello affisso a fianco a quello che invita a stare buoni buoni a mangiarsi il fegato.
Antonio Martis