Sant’Elia
STADIO Accusa della società: errori delle gestioni prima del 1992. Ma il Comune vuole anche i soldi dal ‘96 al 2007
Cronologia del contendere di questi giorni, così la chiama il Cagliari calcio: una serie di cifre e date, pubblicate sul sito della società, per dimostrare che se il Sant’Elia cade a pezzi la colpa non è di Massimo Cellino, ma di tutti coloro che tra il ‘70 e il ‘92 si sono avvicendati alla presidenze prima di lui. Che siano gli Orrù o Mariano Delogu, che difende a spada tratta le scelte di viale La Plaia, poco cambia: «Sapete da dove origina il contenzioso attuale tra il Comune e il Cagliari Calcio?», è la domanda provocatoria, con risposta: «Ha origine proprio da quel 1970 allorchè dal rapporto privato con la “S.G. Amsicora”si passò, con l’inaugurazione del Sant’Elia, a quello pubblico privato con il Comune». I guai sarebbero iniziati quando a trattare materie rossoblù si è messo anche il pubblico, il municipio, in questo caso, con dei “compli - ci”: «Da quella data e fino al giugno del 1992», è la pesante accusa, «gli allora timonieri della società dimenticarono del tutto o in parte di risolvere le pretese dell'amministrazione del capoluogo isolano. Tempi lontani si dirà, ma come vedremo più che mai attuali: da quel 1970 ha infatti origine il contenzioso più che mai di attualità e che di recente è sfociato nell’atto di pignoramento presso terzi ai danni del Cagliari Calcio». Una botta di due milioni e mezzo di euro di diritti Sky prelevati in Lega dagli avvocati del Comune. Ed ecco le cifre fornite dal Cagliari. Campionati 1970-72, debito di una gestione diversa da questa, per 79 milioni 456mila lire (40mila euro). Campionati 1979/86: gestione non celliniana, debito da 486 milioni (in lire). Per il torneo successivo il debito ammonta a 76 milioni e fischia (sempre lire). Fino ad arrivare ai campionati fino al 1992, con il credito vantato dal Comune che aumenta di oltre 714 milioni (vecchia lira, ancora). Poi il presidente rossoblù diventa Massimo Cellino, e tutto sembra cambiare: dal 1992 al 1994 con la nuova gestione, per il sant’Elia vengono sborsati, nel rispetto delle scadenze, 430 milioni 281mila 357 lire, per la precisione. «Non solo canoni onorati regolarmente », dice la società, «ma somme pagate in eccedenza per instaurare un nuovo rapporto con l’amministra - zione comunale». Un rapporto che si è logorato lo stesso. Tanto che il conto per il periodo successivo, a partire dal ‘96 fino al 2007, lo fa l’avvocato del Comune, Carla Curreli, che in una relazione ai consiglieri comunali spiega di aver chiesto al Cagliari 397mila euro (più penali) “per mancato o tardivo pagamento relativo allo stadio Sant’Elia”. La società ha già risposto che è invece il Comune a essere debitore, per interventi effettuati dal Cagliari sull’impianto. Qualche risposta, su chi ha ragione, arriverà il 14 novembre, data dell’udienza nella quale verrà trattata la causa. E. F.