Cellino:
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Un bel gesto, quello del Cagliari, che non dimentica uno dei suoi campioni più rappresentativi e va incontro alla sua famiglia in un momento di grave difficoltà. Dopo lo sfogo sull' Unione Sarda di ieri della vedova di Mario Martiradonna, Gianna Bonafiglia, che ha denunciato lo sfratto che sarà esecutivo fra poche settimane, da viale La Playa arriva un'offerta importante: una casa per la famiglia del campione d'Italia, deceduto nel novembre scorso, e un vitalizio di sostegno. È il presidente Massimo Cellino a parlare, prima attraverso un comunicato e poi con una serie di affettuose considerazioni per lo sfortunato difensore e la sua famiglia.
«Sarà un onore per noi avere cura della famiglia di un campione del Cagliari come Mario Martiradonna», dice il presidente, poco dopo aver appreso la drammatica notizia della morte del calciatore del Livorno, «non sapevo di questa situazione e lo sfogo sul giornale mi ha aperto gli occhi. Martiradonna, uomo sfortunato, è stata una delle glorie del Cagliari, ecco perché credo sia giusto che questa situazione difficile sia presa in carico dalla società».
Poco prima, sul sito del Cagliari erano state pubblicate queste poche parole: «Apprendiamo dalla stampa quanto accade alla signora Martiradonna: il problema ci tocca e non rimaniamo insensibili. Conosciamo i tempi della burocrazia e delle promesse politiche e non permetteremo pertanto che ulteriori umiliazioni vadano ad aggiungersi a quelle già subite». Anche in questo caso, non è mancato l'accenno polemico - seppure indiretto - ai rapporti col Comune. «Mario aveva dato tantissimo alla famiglia del Cagliari, la Cagliari Calcio non dimentica né abbandona. Ci stiamo già occupando del problema ed interverremo con la necessaria rapidità».
La signora Gianna Bonafiglia era stata chiara, ieri: «Una casa me l'avevano promessa quasi tutti i sindaci della città dal 1970 a oggi, ma nessuno ha mantenuto la parola data», ha detto. Entro il 22 maggio dovrà lasciare l'appartamento di via Sonnino dove per anni ha vissuto - in affitto - insieme al marito. «Ho ricevuto lo sfratto pochi giorni dopo la morte di Mario e non so dove andare a vivere».
Enrico Pilia