L'edificio, disabitato da decenni, è un pezzo di storia della frazione
Un'area di circa mille e cinquecento metri quadrati in stato di totale abbandono, eppure risale a metà '800 ed è un pezzo di storia non solo pirrese, ma di tutta la Sardegna. Si tratta del terreno che si affaccia su via dei Doria e via dei Malaspina, nella zona di Monteleone.
LA STORIA L'edificio era di proprietà, a cavallo tra la fine dell'800 e l'inizio del secolo successivo, di Efisio Fontanarosa, che decise di avviare un'attività vinicola nell'area e contemporaneamente ristrutturò il vecchio edificio, costruendo anche un'elegante abitazione in stile liberty, secondo il gusto del tempo. Successivamente l'azienda vinicola chiuse definitivamente e fu abbandonata. La villa, abitata fino agli anni '50, versa ora in condizioni pessime.
STORIA Ancora oggi, tuttavia, nonostante l'abbandono e l'incuria, l'edificio è una forte testimonianza del passato pirrese. La struttura si espande su due livelli, e mentre nel piano terra è evidente l'androne contraddistinto da un arco voltato a sesto ribassato, nel primo piano di grande valore sono le due finestre a “trifora”, con archivolto a sesto ribassato. La villa, insomma, rappresenta una vera e propria testimonianza della Pirri che fu.
IL FUTURO L'area è in vendita, ma è evidente che un terreno così ampio, inserito in una zona storica di Pirri, dovrebbe essere a disposizione di tutti. «Secondo me il Comune dovrebbe rilevarla, non è possibile lasciare in queste condizioni una testimonianza così importante del nostro passato - spiega Salvatore Cuboni, consigliere del Pdl che si sta occupando della questione - da quelle parti si potrebbe realizzare un'area da sfruttare per farci un piccolo teatro, un cinema all'aperto e tante attività culturali o ludiche».
L'ESPERTO Giuseppe Spiga, storico e rappresentante del comitato di Santa Maria Chiara, concorda sul fatto che quella struttura deve essere presa in considerazione dal Comune: «Se si può profilare l'utilizzo per una sede prestigiosa, come una biblioteca o un centro culturale, sarebbe molto meglio rispetto che a rendere questa una qualsiasi area privata - spiega - stiamo parlando di uno degli esempi liberty più rilevanti del territorio, e tra l'altro ha una storia molto interessante».
Piercarlo Cicero