LUNEDÌ, 06 OTTOBRE 2008
Pagina 20 - Nazionale
Mozione in consiglio comunale «Bisogna avviare una ricerca»
CAGLIARI. Tre consiglieri comunali (Zuncheddu, Marisa Depau e Piu) chiedono in una mozione «che si parli della presenza di amianto in città». Una richiesta volutamente generica perché la presenza di amianto nelle costruzioni cittadine o eventualmente in discariche non controllate non risulta sia mai stata censita. Spiega Claudia Zuncheddu: «Sono medico, mi occupo di inquinamento ambientale, vediamo un aumento dell’incidenza dei tumori nel Golfo di Cagliari, abbiamo il dovere di andare a vedere se ci sono cause scatenanti.
L’amianto può essere uno dei problemi perché si trova in tanti oggetti di uso quotidiano, in tanti elementi di molte case che tuttora abitiamo, ci sono poi i lavoratori delle zone industriali, delle società d’appalto nel petrolchimico. La fibra dell’amianto è sottile 1.200 volte più di un capello: è pericolosa anche perché non si vede e basta pochissimo per inalarla.
«Ritengo indispensabile - prosegue Claudia Zuncheddu - che si diffonda consapevolezza e che il Comune promuova tutti gli accertamenti necessari per trovare l’amianto presente nelle costruzioni e dovunque sia stato utilizzato e quindi adottare un piano per rimuoverlo».
Il tema resta ancora attuale rispetto all’allarme amianto lanciato negli anni in seguito alle malattie professionali contratte soprattutto in ambienti di lavoro dove si maneggiava questo materiale (nei cantieri navali, per esempio): l’amianto, infatti, non perde nel tempo la sua capacità di nuocere.
L’unico episodio importante emerso negli anni è vecchio di un lustro: gli ambientalisti di Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra avevano denunciato ripetutamente la presenza di una grande discarica nella via del Fangario alla periferia di Cagliari.
Il crinale della collina andava verso lo stagno di Santa Gilla, si era formato un cumulo di detriti di amianto che aveva fatto crescere di molti metri il dislivello tra il piano strada e il fondo dove si apriva lo stagno. Era un ambiente dove una ditta che doveva recuperare l’amianto presente in tanti luoghi urbani (capannoni industriali, rifiniture di terrazze ecc.) aveva scelto di portarlo per poi smaltirlo.
Ma ne aveva accumulto parecchio in questo fazzoletto di terra tra Cagliari e la zona industriale di Elmas, gli ambientalisti avevano promosso una campagna di denuncia e di sensibilizzazione: l’amianto non è un materiale qualunque, la presenza dello stagno sotto la collina del pericoloso prodotto (che poi era il più conosciuto eternit) toglieva ogni sicurezza alla scelta fatta di accumulare tutti i detriti per portarli via tutti assieme. Alla fine ottennero l’attenzione necessaria e arrivarono i tecnici in tuta che trattarono il materiale per renderlo inerte e finalmente portato via. Zuncheddu non era ancora consigliere comunale, adesso ha deciso di lanciare il tema perché in città si conduca una ricerca seria.
Il rischio non può essere minimizzato per una ragione sopra le altre: il tempo prolungato di esposizione a questo genere di sostanze lavora contro la salute delle persone. «L’incubazione è lunga», conferma la consigliera comunale.