Il governo non copre le spese, c'è un giallo sulle competenze
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Il presidente Cappellacci non vuole arrendersi e chiede un incontro urgente al ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri per affrontare il problema dei finanziamenti per le elezioni amministrative sarde. A questo proposito il governatore ha inviato un telegramma urgente al Viminale, evidenziando «le forti preoccupazioni che emergono in questi giorni nei territori e nelle istituzioni sarde per il rischio di grave pregiudizio per la partecipazione democratica dei cittadini sardi in occasione delle prossime consultazioni amministrative, per il venir meno del sostenimento degli oneri finanziari e gestionali a carico dello Stato».
Un appello che è stato raccolto dal ministro, che incontrerà il governatore già nella mattinata di oggi. Cappellacci è convinto di avere buone carte da giocare e di riuscire a strappare un impegno che fin qui, da parte dell'esecutivo, è mancato.
L'APPELLO In mattinata il presidente aveva invitato il governo (che nei giorni scorsi ha comunicato di non poter assicurare gli 800 mila euro necessari a far svolgere le consultazioni nei 65 comuni isolani chiamati al voto il 20 e il 21 maggio) a «garantire le funzioni vitali della democrazia». In un articolato intervento, Cappellacci ha invitato lo Stato «a non abdicare ai propri doveri quando è in gioco la libera espressione del voto da parte di migliaia di cittadini, chiamati a scegliere i rappresentanti della propria comunità. Auspico un immediato intervento di Monti».
«MONTI HA RAGIONE» Ad avere una visione diversa è Pierluigi Leo, assessore ai Servizi tecnologici del Comune di Cagliari, in quota Idv, ex direttore generale della presidenza della Giunta e del servizio elettorale regionale: «Lo Statuto sardo stabilisce che la Regione ha competenza esclusiva in materia elettorale e può persino istituire nuovi Comuni e nuove Province. E di questa norma ci si è avvalsi, arrivando anche a scegliere una data diversa rispetto al resto d'Italia, dove le elezioni si terranno il 6 e 7 maggio». Partendo da questo assunto, Leo arriva alla conclusione che la scelta fatta dal governo è legittima: «In un momento di ristrettezze economiche il governo ha fatto una scelta legittima, affidando alla Regione l'organizzazione e il finanziamento della consultazione».
LA PROPOSTA Leo ha anche una via d'uscita da suggerire: «Ci troviamo a poche settimane dalle elezioni e la Regione non ha un apparato che possa sostituire le Prefetture in così poco tempo. Occorrerebbe chiedere allo Stato di mettere a disposizione della Regione il consolidato apparato prefettizio, provvedendo poi al rimborso delle spese. In mancanza di un accordo occorrerebbe rinviare la data delle comunali per consentire alla Regione di organizzare la complessa macchina elettorale».
Anthony Muroni