CONTIXEDDUS. Una cricca di vecchietti terribili e la ruota della fortuna
Il giorno nero di Pisano Girolamo detto Zizzigorru
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Porco mondo! Portatemi all'ospizio! All'ospizio voglio andare!
Sembra che nessuno in questa sala si accorga dell'ingresso del signor Girolamo.
Nonno non alza lo sguardo ma sbuffa:
-Oi oi, ci risiamo e dringhidi.
Mentre quello strepita:
-Maledetti angeli del cielo! Voglio finire in un ospizio! Voglio la copertina sulle gambe! E ingozzarmi di quelle pastiglie che non ti fanno venire più pensieri!
È rosso tendente al viola melanzana, le vene del collo gonfie e ruggisce come una fiera ferita.
-Su cunn'e mamma dua!!!
Prova a tendere la spina dorsale ormai irrimediabilmente ricurva.
Signor Argiolas, che è di Monserrato, lo guarda un po' schifato un po' con pena. Anche se, carogna, è lui che ha ribattezzato Pisano Girolamo Su Zizzigorru. «Piegato in due, com'è, sembra una lumaca di Gesico». Signor Argiolas a Monserrato lo chiamano invece Pino Pisci. Il perché si è perso nella notte dei tempi. Pisci era il padre, Pisci era il nonno. E vattelapesca perché.
-Mi avete sentito! Portatemi in un ospizio! In ospizio voglio andare!!!
Nessuno qui, oggi, al Bingo Lux se lo fila su Zizzigorru. Non di certo Mario Sau, di Sorgono e Tonara. Nel senso che lui è nato a Sorgono ma il padre, e questo è ciò che alla fine conta, a Tonara. Mariè, come lo chiamano gli amici, è celiaco. A volte sta attento, a volte no. Oggi mangia un cornetto Algida, e non potrebbe. Le sue attenzioni sono solo per i numeri.
-Che ne esca uno fortunato, lampu chi di calede!
Non ha tempo né voglia per Girolamo Pisano, detto Su Zizzigorru, e le sue pazzie. Come del resto gli altri. Infatti anche Sanna Giuseppe non se lo fila manco di striscio. Si liscia i baffoni e fra i denti gorgoglia una cantilena che secondo lui gli porta fortuna.
Murinedda mia,
candu deo dda basu,
issa po isbagliu
m'affraccada a su nasu
La mormora e stringe forte le mani, sicuro che tutta questa liturgia gli porterà buona sorte nell'estrazione 12 di quest'oggi. Sanna Giuseppe ha sempre avuto mani grosse da faticatore quelle con cui ha zappato, e a Cuglieri lo chiamavano Covelta. Come il suo babbo latin-lover che quando alla festa di Santa Maria della Neve passava affianco alle più belle diceva sempre: «Humm quella sì che me la vorrei a coveltare».
Covelta canticchia e sfrega i piedi sulla moquette rossa della sala bingo, estrazioni, molte speranze e una vincita che raramente spetta a loro. Continuano tutti a controllare se le cifre estratte sono riportate nelle loro cartellette. Senza più impiego e solo con gli affanni dell'età non gli resta che questo: estrazioni della fortuna. Ogni pomeriggio sono qui a tentare la giostra della buona sorte.
Signor Girolamo è invisibile.
-Mi sono rotto di voi! Di questa sala giochi dove non vinciamo mai nulla! Nulla vinciamo! Non ne posso più delle vostre facce sempre allegre! Delle gite in campagna, delle sfide a bocce, della spiaggia, del mare e del sole. Abbiamo quasi ottant'anni e ci meritiamo la vecchiaia. Una cazzo di vecchiaia come Dio comanda!
Signor Girolamo sbava fra l'indifferenza generale, irreale.
Una scena così, se fosse successa in uno dei loro paesi, avrebbe richiamato l'attenzione persino dei carabinieri della Stazione. Ma in città no.
Zio Tore Vacca che è anche lui sangue misto, San Sperate e Monastir, si ricorda che quando per sbaglio ha fatto molto di meno ne avevano parlato per anni. Si era beccato il nomingio di Tore Cacca per parecchio tempo. Solo perché da ragazzino l'avevano beccato dietro piazza di chiesa incapace a resistere alla diarrea. Doppia infamia: pure il nomingio in italiano si era dovuto beccare. Adesso quella storia non se la ricorda nessuno. Quanti anni saranno che come tutti gli altri ha scelto di vivere a Casteddu per dare un altro futuro ai figli?
Chissà.
-Voglio essere trattato da vecchio e rincoglionito. Voglio essere ricoverato in un ospizio, dove le suore mi ficcano a letto alle 7 della sera. Non voglio più ciondolare per bettole sino all'alba, sfidarvi a carte, puntare tutta la pensione su un cane bastardo al cinodromo! Voglio essere vecchio e coglione! Portatemi in ospizioooooooo!
Ma nessuno lo degna neppure di uno sguardo, a Su Zizzigorru. Manco Tore Vacca che è stato compagno di scuola. Uno in cattedra, l'altro in bidelleria.
E la sua disperazione monta. Urla per farsi sentire, per farsi vedere. Lo fa in italiano perché è stato maestro. Però, ogni mille improperi, con uno ritorna alle radici.
-Fillus de bagassa!!!
Gli manca il fiato e inizia a tossire che quasi si strozza. Ma nessuno si alza ad aiutarlo. Guardo mio nonno, impassibile continua a giocare.
-Ma nonno…
Lui mi osserva appena e bisbiglia.
-Non ti preoccupare è la solita sceneggiata.
Alcune inservienti del Bingo Lux finalmente vanno in soccorso del povero signor Girolamo ormai accasciato a terra che sputa saliva e mozziconi di parole.
-All… spizio… spizio… io ndare… spizio…bag..ssa
E penso che non sia bello ridursi così alla sua età.
Le inservienti, in divisa da compagnia aeroportuale low cost, lo accompagnano alla porta reggendolo per i fianchi mentre un cinese alza le braccia in segno di gioia e strilla:
-Bingooooo!!!!!
Nonno fa una faccia storta. Gli mancavano due numeri per vincere.
Mario Sau si alza e quasi per far dispetto alla sfortuna corre verso il bar a farsi un panino.
-Lampu a sa celiachia.
Covelta fruga fra le tasche per vedere quanti soldi ha per acquistare un bel numero di cartelle, Pino Pisci si prepara alla rivincita guardando con odio il cinese trionfatore e nemmanco più comunista. Tore Vacca pensa se sia il caso, o meno, di dar fondo alla pensione, come tutti gli altri, in questa maledetta tombola.
Nonno mi sorride e mi prende la mano. Ho paura che mi legga nei pensieri.
-Non ti preoccupare è la solita messinscena che quel vecchio pazzo di Girolamo mette in atto quando è di rientro dalla Finanziaria.
-Dalla Finanziaria?
Credo che la mandibola mi sia caduta a terra sulla moquette, fra le bucce delle noccioline e i resti di pop corn.
-Si è messo in testa che a 75 anni suonati si vuole comprare la macchina nuova.
-Be' in effetti, ricurvo com'è non vedrebbe neppure il volante.
Nonno mi accarezza la mano.
-Ma no il dramma è un altro.
-Perché sarebbe capace anche di mettersi alla guida?
Nonno non ha il coraggio di emettere un sì.
-Non è questione di guida. Il suo dramma è che non c'è Finanziaria che gli voglia concedere il credito per comprarsela a rate.
Strabuzzo gli occhi.
-Ma lui s'incaponisce. Di settimana in settimana ne prova una nuova ma tutte lo rifiutano. Poi viene qui e fa la sceneggiata. Un po' per sfogarsi e un po' per farsi compatire.
-Per farsi compatire?
-Sì, magari qualcuno che ha vinto gli scuce qualche soldo in più per diminuire il numero delle sue rate e aumentare il suo anticipo. Forse così qualche Finanziaria lo starà ad ascoltare.
-Mischino, ha una pensione troppo bassa?
-No, anzi.
-E allora?
-Si presenta lì e ogni volta batte i pugni. Pretende una dilazione a 30 anni.
Sono fatti così questi vecchi, credono nell'immortalità. Ma non il mio che ora ridacchia:
-Tocca a nonno tuo che ci facciamo un altro giretto di Bingo.
Poi guarda i suoi amici riuniti al tavolo.
-Martini per tutti, oh piccio'?
Francesco Abate