Non c'è l'accordo col Comune: la partita si giocherà lunedì sera
Cagliari al “Rocco” anche contro il Catania
Nessun passo avanti, la fumata è di nuovo nerissima. Cagliari calcio e Comune restano distanti e i rossoblù si aggrappano ancora a Trieste. Seconda puntata al Rocco, stavolta andrà in scena la sfida col Catania. Appuntamento lunedì sera per la terzultima sfida casalinga della stagione (poi mancheranno soltanto Chievo e Juventus). Posticipo obbligato perché domenica lo stadio serve alla Triestina, impegnata in Lega Pro.
Non sono arrivati i segnali di distensione che avrebbero in qualche modo potuto scongiurare il nuovo trasloco a mille chilometri dall'Isola. Le condizioni del Sant'Elia non darebbero ancora garanzie al club di viale La Playa, che preferisce così affidarsi alle certezze di Trieste dopo l'esperienza positiva con l'Inter. Non sarà andata bene sotto il profilo del calore del pubblico (sbilanciato a favore dei nerazzurri) ma ha funzionato alla perfezione la macchina organizzativa. «Non era certo facile», trapela dal Cagliari calcio, mettere in moto un spettacolo per quasi ventimila spettatori in appena cinque giorni. Da qui la scelta di puntare sul bis anziché rimettere alla prova il Sant'Elia.
A questo punto se ne riparlerà a fine mese, per la prossima partita casalinga del Cagliari, sabato 28 contro il Chievo. I tifosi si augurano che si riapra un tavolo tra Comune e società perché la squadra torni in città. Ma la situazione appare ancora a un punto fermo e ormai cominciano a intravedersi fantasmi inquietanti su quello che potrà succedere nella prossima stagione.
Un eventuale intervento tampone (come quello in corso in questi giorni al Sant'Elia) non potrà risolvere i problemi di un impianto ormai totalmente inadeguato sotto il profilo della sicurezza ma anche della funzionalità. In questi giorni si stanno moltiplicando le proposte di accoglienza da parte di tanti comuni sardi che sognano di ospitare il Cagliari. Ma il passaggio dalle ipotesi alla realtà è complicatissimo. Serve un impianto da almeno ventimila posti, con una tribuna coperta, con spogliatoi e una sala stampa attrezzata per i grandi eventi. Serve poi un sistema di viabilità adeguato ed è necessario anche il rispetto delle rigorosissime norme sulla sicurezza imposte dalla Legge Pisanu, con i tornelli e soprattutto con ampi spazi protetti attorno allo stadio. Da non trascurare poi il terreno di gioco, che richiede un lavoro di preparazione accuratissimo: impossibile improvvisare, servono mesi di lavoro.
Le strade realmente percorribili sono tre e ci sono solo quattro mesi di tempo per imboccarne una. Si torna al Sant'Elia e si mette in cantiere una profonda ristrutturazione dell'impianto (con interventi tribuna per tribuna: la squadra potrebbe giocare lo stesso). Seconda ipotesi: Sant'Elia a tempo con i lavori paralleli per un nuovo stadio da un'altra parte (in questo caso la Lega assicurebbe ogni tipo di deroga). La terza strada mette i brividi: il Cagliari lontano dalla Sardegna, il peggiore degli incubi.
Giulio Zasso
S.ELIA. L'assessore Marras
«Lavori in corso,
ma due tribune
sempre agibili»
La notizia del nuovo appuntamento del Cagliari a Trieste non arriva a sorpresa in Comune ma lascia l'amaro in bocca. «Non si comprendono i motivi di questa decisione», sottolinea l'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras. «I lavori per la sistemazione delle reti di protezione nella tribuna dei Distinti stanno andando avanti». E in ogni caso, «al di là di questo intervento di messa in sicurezza, il Sant'Elia può garantire sempre l'accoglienza di quattordicimila spettatori» come è successo per sei partite giocate da gennaio a marzo.
Il blackout tra Comune e Cagliari non dà garanzie neanche per le prossime partite (il 28 aprile con il Chievo, il 6 maggio con la Juventus), ma in via Roma ci sono le rassicurazioni che per il nuovo appuntamento casalingo dei rossoblù «saranno agibili anche i Distinti». A giorni verrà chiesto un nuovo sopralluogo della Commissione per la sicurezza dei pubblici spettacoli: «Abbiamo già proceduto al “picchettamento” delle strutture murarie per evitare la caduta di calcinacci», spiega l'assessore, «e ora stiamo anche completando la messa in opera delle reti di protezione». Verranno installate reti anche in Curva nord: «Ma non c'è alcun rischio sull'agibilità, che è stata tranquillamente certificata dal Comune».
La nuova partita a Trieste dei rossoblù scatena le proteste: «Andremo avanti con la class action dei tifosi contro la società Cagliari Calcio», sottolinea il consigliere comunale dell'Italia dei valori Ferdinando Secchi, che nei giorni scorsi aveva annunciato l'iniziativa. «L'assurda scelta del presidente Cellino di far giocare il Cagliari fuori dalla Sardegna, oltre a penalizzare i tifosi rossoblù, rischia di falsare anche lo svolgimento dell'intero campionato di Serie A». Il riferimento è alla partita con la Juventus in programma nella penultima gara della stagione. A Trieste si trasformerebbe in una partita in casa per i bianconeri.
La speranza è che si riapra il dialogo tra Comune e società rossoblù per salvare almeno il salvabile. Da qui a fine aprile c'è tutto il tempo per attivare un confronto tecnico serio, che consenta ai tifosi di rivedere il Cagliari a casa almeno per le ultime due partite di questo tribolatissimo campionato.
G. Z.