Il 24 aprile la Corte d’Appello civile di Roma tratterà la complessa vicenda dei risarcimenti
CAGLIARI La controversia sui presunti danni subìti da Nuova Iniziative Coimpresa per lo stop imposto dalla Regione all’intervento immobiliare su Tuvixeddu potrebbe essere a una svolta: il 24 aprile la Corte d’Appello civile di Roma tratterà in udienza i ricorsi contro il lodo parziale emesso dal collegio arbitrale il 22 giugno dell’anno scorso, in base al quale è stata incaricata la Deloitte di valutare la fondatezza delle istanze del gruppo Cualbu e l’ammontare di un eventuale risarcimento. I giudici della capitale hanno deciso di unificare i ricorsi presentati dall’amministrazione regionale attraverso il proprio ufficio legale e dall’ex governatore Renato Soru con l’ex assessore all’urbanistica Gianvalerio Sanna, patrocinati dall’avvocato Giampiero Contu: entrambi chiedono la sospensione del lodo. Si andrà avanti quindi su un solo canale di giudizio, che finirà certamente col pesare sulle prossime decisioni del collegio arbitrale. Giudice relatore è stato nominato Anna Chiara Giammusso, cui spetta un compito tutt’altro che facile. La vicenda è difatti molto complessa, perché da un lato il costruttore reclama un risarcimento per il mancato guadagno sulla vendita di edifici che non ha potuto neppure realizzare, dall’altro la Regione e gli ex amministratori regionali mettono sul tavolo la sentenza emessa dal Consiglio di Stato ad aprile dell’anno scorso, una decisione che ha confermato come i vincoli per notevole interesse pubblico imposti dall’amministrazione Soru, calibrati sul piano paesaggistico regionale, fossero giustificati dai nuovi ritrovamenti archeologici e dalle norme di tutela entrate in vigore successivamente all’accordo di programma del 2000 con il Codice Urbani. Il collegio arbitrale composto dall'ex magistrato Gianni Olla, dal docente romano Nicolò Lipari dell'università la Sapienza e dal presidente emerito della Corte Costituzionale Franco Bilé dovrà decidere quale sia l’interesse prevalente, per quanto il Consiglio di Stato nell’ormai celebre sentenza sul caso Cala Giunco, abbia chiarito come la difesa del paesaggio vada oltre qualsiasi interesse privato, compreso lo sviluppo del turismo. Nuova Iniziative Coimpresa - patrocinata dall’avvocato Pietro Corda - ha chiesto alla Regione un risarcimento complessivo di 72 milioni di euro, sul quale gli arbitri dovranno pronunciarsi. L’intervento nel giudizio di Soru e Sanna è legato al rischio che l’amministrazione regionale, se dovesse soccombere e fosse quindi costretta a pagare, si possa rivalere sui responsabili della decisione al centro del giudizio: l’imposizione dei vincoli sul colle punico. Nessun rischio invece per l’amministrazione comunale, che nella lunga teoria di cause davanti al Tar e al Consiglio di Stato è rimasta sempre saldamente al fianco del gruppo Cualbu. Il Comune ha lasciato il campo soltanto con l’ingresso in municipio di Massimo Zedda: all’udienza davanti al Tar sul vincolo imposto dalla Sovrintendenza all’area del canyon i legali del Comune hanno manifestato il proprio disinteresse alla causa, ufficializzando la presa di distanze della giunta dalla querelle su Tuvixeddu. (m.l)