Nel settore dei servizi è impiegato l’81% delle persone, l’8,1% nell’industria e meno del 3% nell’agricoltura
LA CRISI»DISOCCUPAZIONE IN AUMENTO
di Stefano Ambu wCAGLIARI Non ci sono sconti, aumenta tutto: Imu e benzina. E, naturalmente, anche tasso di disoccupazione: per la provincia di Cagliari si passa dal 12,4% del 2010 al 13,2% dell’anno scorso. Dati che segnano un generale +0,8%. Sono gli ultimi numeri forniti dall’Istat sulla situazione lavoro che, come media regionale, aumentano di un 0,3%. Ma rispetto al quadro generale nazionale è un pianto: la provincia di Cagliari, come si dice nel basket, è sopra di cinque punti. E in questo caso c’è poco da sollevare le braccia in segno di vittoria: le persone, soprattutto giovani, in cerca di un’occupazione sono 32mila, 18mila uomini, 14mila donne. C’è una consolazione. Quasi un miraggio, o un’oasi, in mezzo al deserto: il tasso di occupazione (e non è necessariamente una contraddizione rispetto al tasso di disoccupazione perché riguarda il rapporto tra gli occupati e il totale della popolazione) è passato dal 51,5% del 2010 al 52,3% del 2011. «Bisogna sottolineare - spiega in una nota Fabrizio Carta, segretario territoriale della Cisl - che mentre il tasso di occupazione femminile aumenta dell’1,4%, quello maschile cresce solo dello 0,2%. Ciò potrebbe essere stato determinato dalla forte crisi dell’edilizia, settore a occupazione prevalentemente maschile. Dati, quelli sulle costruzioni, assolutamente negativi come sottolineato nei giorni scorsi dal presidente dell’Ance Maurizio De Pascale. Con pessimi numeri nel 2011 e un non certo incoraggiante avvio del 2012». Un altro piccolo raggio di sole, sempre secondo i dati Istat, illumina la provincia di Cagliari se si guarda al tasso di attività (rapporto tra forze lavoro e popolazione): si registra una crescita dell’1,5% rispetto al 2010 con l'approdo a quota 60,4%. Una percentuale che consente al territorio intorno al capoluogo di superare la media regionale pur rimanendo ben lontani dalla nazionale del 62,2%. «Si può osservare- spiega Carta- che dopo qualche anno di scoraggiamento totale, i disoccupati (che pur aumentano) cercano più attivamente il lavoro e in questo è probabile vi sia un utile lavoro dei centri servizi all’impiego della provincia». Aumenta il tasso di attività femminile (50,4%), ma è ancora abbastanza lontano (ben venti punti) da quello maschile (70,4%). Ma dove lavorano i cagliaritani? Per l’81 % nel settore servizi. Il resto è industria (16% con il 7,9% nell’edilizia e l’8,1 nell’industria veria e propria) e agricoltura (poco meno del 3%). Il calo, come denunciato da più parti e confermato dall’Istat, riguarda soprattutto l’edilizia. Delle 207mila persone occupate la stragrande maggioranza (oltre 153mila) lavorano come dipendenti. In proprio (il 26% del totale) 53.500 lavoratori. Questi ultimi sono in calo: il dato del 2010 era più alto di due punti di percentuale. L’agricoltura, nel suo piccolo, registra un mini boom con un aumento dell’occupazione di 1.500 unità. «Una crescita - commenta Carta - concentrata quasi tutta nel settore del lavoro indipendente. E ciò potrebbe significare che si cercano nuove strade di occupazione rispetto al tradizionale». Attenzione però all’esercito dei lavoratori in cassa integrazione: dipendenti solo per le statistiche. «In realtà appesi a un filo - avverte la Cisl - perché la Cig in molti casi è solo l’anticamera del licenziamento». E poi occhio ai lavoratori che chiedono la mobilità in deroga: in provincia dovrebbero essere circa tremila. «Persone - spiega Carta- che hanno terminato la disoccupazione o la mobilità ordinaria e che, senza la deroga, sarebbero senza alcun reddito». ©RIPRODUZIONE RISERVATA